Dopo la tragedia dell’incidente ferroviario di Brandizzo, con la morte di cinque operai investiti e uccisi da un treno nella notte di giovedì scorso, la procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti. Gli investigatori continuano a raccogliere materiali utili all’inchiesta e a sentire persone. Sono intanto stati ascoltati come persone informate sui fatti i due macchinisti che si trovavano a bordo del convoglio e che dopo l’incidente erano stati portati in ospedale sotto shock così come due operai rimasti illesi. Da chiarire ci sono diversi aspetti, innanzitutto accertare se al momento dell’incidente c’era o meno un’interruzione della linea che avrebbe dovuto esserci. All’attenzione degli inquirenti anche la verifica delle apparecchiature del convoglio che ha investito e ucciso gli operai. Secondo i primi accertamenti degli investigatori il treno, che era diretto a Torino, viaggiava a 160 km orari.
Intanto, proseguono anche gli accertamenti da parte di Rfi per ricostruire la dinamica e le cause dell’incidente nel quale hanno perso la vita i 5 operai addetti di una ditta esterna appaltatrice dei lavori. In particolare, sotto indagine è il rispetto della procedura di sicurezza vigente. Infatti, questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardavano il cosiddetto armamento, ossia binari, traverse e massicciata, si legge in una nota, Rfi li affida anche a imprese esterne qualificate e certificate, e si eseguono come previsto in assenza di circolazione dei treni. Il cantiere può essere attivato, quindi, spiega ancora Rfi, soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del medesimo, in questo caso dell’impresa, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione concessa, da parte del personale abilitato di Rfi. Per quanto riguarda, infine, la velocità del treno investitore, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km orari. Dunque, conclude la nota Rfi, la questione è altra: i lavori, secondo procedura, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno.
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