Non è il titolo di un film dei fratelli Cohen, ma la realtà che emerge a fatica dall’ATM, l’azienda trasporti del Comune di Messina. Da voci autorevoli e documenti ricevuti si registra la tendenza al licenziamento ed all’interruzione dei rapporti formativi nell’azienda trasporti.
Ad oggi sarebbero, infatti, già cinque gli apprendisti mandati a casa con l’interruzione del rapporto di lavoro.
Consolidato il diritto, indiscutibile, della facoltà che l’azienda ATM ha di procedere all’interruzione dei rapporti di apprendistato senza motivazione alcuna, la questione appare quanto meno inspiegabile alla luce del fatto che l’ATM è nel concreto un’azienda in espansione con servizi sempre più innovativi ed altrettanto impegnativi per risorse economiche e personale da impiegare.
Ma allora se c’è bisogno di persone che possano garantire gli impegni presi con la città, perché licenziare risorse preziose già formate? La formazione, come l’apprendistato, non costituisce un dispendio di energie e denaro? Dunque perché privarsi di unità operativi utili ed impiegabili? Ed ancora perché risolvere rapporti di lavoro che donerebbero tranquillità economica ed affezione e fedeltà all’azienda? La domanda è da girare alla dirigenza ma anche ai sindacati.
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