Messina è l’unica città metropolitana a non avere un ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale completo. Dopo le dimissioni di Cateno De Luca da presidente e la nomina ancora in valutazione al TAR circa la sua legittimità, di Nello Pergolizzi, non c’è stato alcun segnale di procedere alla nomina della vice presidenza da affiancare al neo presidente del consiglio comunale. Uno stato di fatto evidenziato e denunciato politicamente dai gruppi consiliari Prima L’Italia e Lega Salvini Premier in una nota alla stampa. “Una città abbandonata e paralizzata – scrivono senza mezzi termini i due gruppi consiliari nella nota – prova ne sia che ad un anno dalle elezioni amministrative, la città è sprovvista di un ufficio di presidenza del Consiglio Comunale, necessario per la gestione complessiva dell’organo di vertice di indirizzo e controllo. Ma il dato grave – continua la nota – per una amministrazione che sbandiera il rispetto delle regole e delle normative, è la naturalezza che viene attribuita a questa anomalia che rende monco e non operativo l’organo di garanzia per eccellenza che non è stato costituito secondo le norme statutarie e regolamentari”.
“Il Presidente De Luca – ricordano i due gruppi – al momento dell’insediamento è stato eletto a furor di maggioranza, unitamente al suo Vice Sebastiano Pergolizzi. Successivamente, dopo le dimissioni di De Luca, la stessa maggioranza ormai depotenziata non è stata in grado di eleggere un Presidente in modo legittimo, ed in modo illegittimo non ha proclamato l’elezione del Vice Presidente indicato dalle opposizioni sospendendo la seduta.
Il comportamento di un Presidente autoproclamatosi eletto in maniera illegittima e senza una maggioranza, che non ha tra l’altro proceduto alla proclamazione legittima di un Vice Presidente votato regolarmente dalle forze politiche di opposizione, potendo configurare tra l’altro la fattispecie di cui all’art.323 del c.p., dovrebbe compiere un solo atto di responsabilità per ristabilire gli equilibri istituzionali, in relazione ai principi di trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione: dimettersi.
Lo stesso a causa del cattivo esercizio di tale funzione, ha compromesso il principio di neutralità del ruolo secondo il quale potrebbe essere addirittura revocato. Purtroppo a causa di questi comportamenti, a distanza di mesi, nonostante il tentativo vano di costituire il suddetto ufficio attraverso due successive votazioni, non si è giunti all’epilogo sperato e Messina risulta l’unica città metropolitana che non è riuscita ad eleggere in seno al suo Consiglio comunale l’ufficio di presidenza.
Il dato politico che emerge è preoccupante in quanto evidenzia la precarietà di un’amministrazione che pur sbandierando i principi di rispetto delle regole, antepone le logiche di potere e gli interessi personali, all’applicazione dello statuto, del regolamento del consiglio comunale e delle normative vigenti”.
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