di Giuseppe BEVACQUA
“Galliani chi?”. Così Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, attualmente deputato regionale siciliano, ma anche sindaco di Taormina (a tempo pieno), ed ancora e soprattutto leader di Sud chiama Nord/Sicilia Vera. “Galliani chi?“. De Luca lo ha chiesto al giornalista del Corriere della Sera che lo ha recentemente intervistato e che un po’ stupefatto deve essere rimasto, ma neanche più di tanto, dalla domanda. La verità? Cateno De Luca, oltre le provocazioni che fanno parte della sua capacità di essere “comitiorum hominum“, sa perfettamente non solo chi è Galliani ed anche cosa rappresenta, anzi che rivale di peso sia nella tenzone elettorale che lo attende a Monza, il seggio che Silvio Berlusconi ha lasciato vacante.
DA GALLIANI A CAPPATO
Una sfida non da poco quella del sindaco della perla dello Jonio, che, oltre Galliani, pone un altro ostacolo sulla sua strada incarnato dall’altro candidato: Marco Cappato. Quest’ultimo è molto conosciuto ed apprezzato proprio in quel comprensorio elettorale dove l’autonominatosi “Re delle due Sicilie” o “Zar di Fiumedinisi“, vuole avventurarsi.
Cappato è milanese, è un attivista molto apprezzato e con un enorme seguito, è tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha una notevole evidenza mediatica. Ed è anche un politico, a dispetto di quanto lo “Zar” dichiara, ricordando a Galliani ed allo stesso Cappato ciò di cui non hanno certo bisogno di aver rammentato, ovvero che “la politica è una cosa seria“.
IN QUEL DI MONZA
Insomma De Luca va alla guerra, ancora una volta ed ancora contro ogni pronostico che non lo da certo vincente a Monza. Ma lui è fiducioso: “Molti sottovalutano che in quel collegio il 50% degli elettori è meridionale – dice “Robertino” (come ricorda lo chiamava sua mamma da piccolo) De Luca – e che dove ho giocato in prima persona, come a Messina e Taormina, ho vinto“. Per poi, in un momento di pura e naturale scaramanzia, affidarsi a quella a cui tutti ci affidiamo: “Per natura non metto limiti alla provvidenza“. E intanto lascia Taormina, probabilmente in buone e tante mani visto che ha di fatto arruolato mezza amministrazione messinese a Palazzo dei Giurati, tanto che c’è da chiedersi se Messina sia diventata provincia di Taormina…
SECONDO ALLA CORSA ALLA REGIONE SICILIA
De Luca, bisogna dirlo ed ammetterlo, finanche i suoi detrattori duri e puri lo sanno, pur avendo perso la corsa elettorale alle regionali siciliane, arrivando secondo dopo Renato Schifani oggi Presidente della Regione, ha ottenuto un risultato elettorale del tutto invidiabile, anche se un’aria “malefica” negli ultimi giorni ha minato un po’ la solidità del movimento con fuoriuscite ed abbandoni non previsti, sia a Messina in consiglio comunale con la transumanza di 3 consiglieri ex quota Federico Basile, delfino di De Luca e sindaco di Messina da lui stesso designato, come si fa nelle migliori famiglie aristocratiche, e l’abbandono per “diversità di obiettivi” del deputato regionale Salvo Geraci, che di certo i voti ottenuti non li deve allo sforzo di De Luca. Quasi delle vere e proprie lese maestà.
Transumanze finite? Non sembra proprio e nei prossimi giorni o settimane qualcosa deve ancora accadere…
UN NEMICO AL GIORNO …
Lo ZAR De Luca, però, è convinto di farcela, ed è così che il pugile che sale sul ring con le peggiori quotazioni, con avversari muscolosi e di molto più grossi di lui, deve settare il proprio atteggiamento. D’altronde quale pugile sale sul ring con la convinzione di perdere? “La sfida nel Collegio Monza-Brianza è lo sdoganamento di Cateno De Luca“, afferma e magari lo ripete a sé stesso, come un mantra che De Luca insegue da tempo, fin da quando, appena eletto deputato regionale, andarono ad arrestarlo per vicende legate a un’inchiesta ed una serie di processi conclusisi sempre e tutti con un nulla di fatto e con il suo proscioglimento. Che De Luca soffra ancora per quanto accadutogli allora lo si avverte ancora oggi, ed è umano e totalmente comprensibile. Che abbia maturato rabbia e desiderio di rivalsa? Probabile che l’uomo che tende a superare i propri dolori, non riuscendo a scrollarseli di dosso, assuma dentro di sè un desiderio di rivincita e di affermazione che si autoalimenta e che spesso si lascia andare anche in rabbia, che si tradisce da quel labbro stretto che viene serrato nei momenti di attacco politico.
“Sin qui sono stato percepito come un fenomeno locale, poi della zona ionica e della Sicilia e ora anche a livello nazionale c’è una crescita della visibilità e del nostro progetto politico. La candidatura a Monza sarà un momento importante per il mio modo di fare politica“. Di certo De Luca sa che la prova di Monza è IL trampolino di lancio, un’occasione unica e irripetibile, in quanto se persa probabilmente non se ne ripresenteranno altre. Nulla di simile alle europee. Monza vale di più. E De Luca, magari ha preso coscienza, dopo l’ultima disavventura con il comico Angelo Duro a Taormina, che insulti e parole dirette alla persona, possono essere boomerang mediatici. Duro lo ha querelato, ma è poca cosa questa rispetto al dissenso che De Luca suo malgrado ha incassato da chi stava borderline tra l’apprezzamento e la diffidenza nei suoi confronti.
COSA INSEGUE DE LUCA?
Ma cosa insegue De Luca? Forse la risposta la si può leggere in quei due tomi, quei libri autoreferenziali che lo hanno già incoronato ZAR sulla carta. La risposta di certo è in una delle battute rilasciate ai media, quelli che lo seguono e gli danno voce, e che si riassume in una frase: “abbiamo la pretesa di diventare un movimento politico nazionale”. I sogni son desideri, cantava una canzone dell’infanzia di chi ha la mia età, e i sogni a volte si avverano, molte altre, moltissime altre, purtroppo no.
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