
“Quando ho avviato questo percorso sono stato attaccato e denigrato. Le scelte attuate dalla mia amministrazione con la redazione e successiva approvazione del Salva Messina sono state schernite e aspramente attaccate. Tutto è diventato uno strumento per attaccarci“. Lo scrive un più rilassato Cateno De Luca, sindaco oggi di Taormina, in provincia di Messina (o il contrario?), che può davvero adesso tirare un sospiro di sollievo e magari questa volta far scorrere sul viso qualche lacrima vera di orgoglio, dopo aver “rischiato la vita” per raggiungere quanto ottenuto oggi.
La notizia? E’ ormai di dominio pubblico e ne scriviamo dopo ampia riflessione. Insomma, il piano di riequilibrio prodotto dal “Salva Messina” partorito da De Luca, ma non solo, perchè figlio di numerose rimodulazioni di altre amministrazioni, tra le quali anche l’ultima, è “passato” sotto la verifica della Corte dei Conti che, dopo un serrato e ombroso periodo di incubazione e controllo, alla fine ha sciolto come neve al sole di agosto ogni qualsivoglia dubbio e si è affidato ad ogni cosa prevista e spiegata sul manoscritto contabile della coppia De Luca/Basile più una, e lo ha definitivamente approvato.
E adesso? Adesso inizia il periodo di accantonamento e di quarantena con la quale Messina deve risanare, pagando a rate, un disavanzo che da 550 milioni è passato, per fortuna, no anzi per merito questo indiscutibile di De Luca e Co. a “soli” 120 milioni.
Non è un risultato da poco quello incassato oggi dall’amministrazione di ieri e da quella di oggi. Importante sotto il piano economico finanziario per Messina, importantissimo per i progetti politici di un Cateno De Luca sempre più lanciato nel panorama nazionale dal trampolino di tutto rispetto della città di Taormina e grazie ai successi inanellati da Sud chiama Nord alle ultime amministrative.
Qualche cruccio in casa De Luca? No di certo. Il successo per il momento arride. Note stonate forse solo quelle del rimpianto di non essersi candidato in prima battuta a parlamentare della Repubblica e di aver assistito invece al volo di due iscritti al partito ed ex assessori? Forse. Ma per recuperare c’è sempre tempo.
Ed il tempo di De Luca sembra finalmente essere arrivato sull’onda della strada adesso spianata dopo l’approvazione del piano di riequilibrio di Messina che, senza dubbio, lo incorona, con imprimatur della Corte dei Conti, “buon amministratore“. Ne sa qualcosa la Perla dello Jonio che con il “Salva Taormina” sta per gustare le lacrime e sangue delle scelte impopolari “ma necessarie” a cui Messina ha già risposto con onore.
Insomma tutto bene quel che finisce bene. E la storia continua in altre sedi, anche in quel di Monza.