Dei disagi delle carceri italiane c’è poco di nuovo da poter scrivere. Le notizie di suicidi tra detenuti ed anche tra guardie penitenziarie sono purtroppo cronaca assodata ed anche frequente. Nei primi cinque mesi del 2023 si sono registrati in Italia 23 suicidi all’interno delle carceri italiane. E’ il polso di una situazione di difficoltà di un mondo a parte con le sue regole e le sue modalità di convivenza. Una vivibilità limitata, anzi difficoltosa e spesso complicata da parametri non rispettati per la violazione dei quali l’Italia è anche stata sottoposta ad infrazione dall’Unione Europea. Negli anni poco è cambiato e adesso sembra che l’occasione imperdibile del PNRR non sia di interesse sufficiente. Infatti su 30 miliardi circa di stanziamento totale del PNC (Piano Nazionale per gli investimenti complementari) solo 132,90 milioni di euro. Così suddivisi: 84 milioni per interventi alle carceri per gli adulti e 48,9 milioni per i minori. Ma dal novero degli interventi previsti con il PNRR nelle strutture penitenziarie italiane non risulta alcuno programmato per la Sicilia. E ciò nonostante l’Isola conti il più alto numero di strutture d’Italia: 23 carceri.
Una popolazione dimenticata, spesso non ascoltata, quella delle carceri italiane. Un atteggiamento che è ben lungi dalla funzione cui queste strutture sono chiamate ad assolvere. L’obiettivo del recupero e del reinserimento, così, va a farsi benedire.