l presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana ha emesso un’ordinanza con cui è stata rigettata la domanda di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar relativa al “Calendario venatorio regione Sicilia 2022/2023” – presentata da diverse Associazioni venatorie e sostenuta anche dall’assessorato regionale dell’Agricoltura.
Lo scorso anno il Tar, accogliendo in gran parte il ricorso di primo grado di WWF Italia, Legambiente Sicilia, LIPU, Lndc Animal Protection, ENPA e LAC contro il calendario venatorio siciliano, aveva censurato il “piano di prelievo” col quale la Regione autorizzava in Sicilia la caccia alla Tortora selvatica (Streptopelia turtur), specie a rischio a livello internazionale.
Il sistema escogitato – dicono le associazioni ambientaliste – dall’Assessorato prevedeva che i cacciatori interessati avrebbero dovuto registrarsi su un apposito portale telematico; ogni giorno entro mezzanotte il cacciatore avrebbe dovuto comunicare al portale il numero di animali uccisi; appena si fosse raggiunto il limite di 3.300 tortore abbattute in Sicilia, il sistema avrebbe inviato un sms a tutti i cacciatori registrati, determinando lo stop definitivo alla caccia di tale volatile migratorio. Poiché anche il Calendario venatorio dell’attuale stagione 2023/24 – pubblicato poche settimane fa – prevede un identico “piano di prelievo” per la caccia alla Tortora, le associazioni dei cacciatori avevano chiesto al Cga di sospendere la decisione del Tar, in modo da dare il via libera il prossimo 2 settembre alla nuova stagione di caccia alla tortora. Al Cga si sono costituite le Associazioni ambientaliste e protezioniste – difese dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice – opponendosi alla richiesta di sospensiva e ricordando il pregiudizio grave e irreparabile derivante dall’autorizzazione della caccia alla tortora selvatica. Per tutelare questa specie in grave declino, infatti, la Commissione UE, il Ministero dell’Ambiente e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) hanno adottato il ‘Piano di Gestione nazionale per la Tortora selvatica’, con una serie di misure di protezione che, però, la Regione non ha adeguatamente recepito. Esultano per il risultato, le Associazioni WWF Italia, Legambiente Sicilia, e LIPU dichiarano: “Ancora una volta respinte le forzature di Regione e Associazioni venatorie e confermata la prevalenza del principio di non arrecare pregiudizio per la fauna selvatica quale patrimonio dello Stato”.