Il libro del nipote su una delle sette vittime dell’attentato
PALERMO, 29 GIU – MARINO FARDELLI: I MANDARINI ROSSI DI CIACULLI (GEMMA EDIZIONI, 198 PAGINE, 15,20 EURO) Dopo 60 anni è ancora una strage dai contorni foschi.
Nell’esplosione di una Giulietta morirono sette militari, e tra le vittime c’era anche un giovane carabiniere originario di Cassino, Marino Fardelli, che aveva solo vent’anni.
E proprio alla storia umana di una vittima minore e dimenticata si ispira il libro del nipote omonimo, coordinatore dei difensori civici delle Regioni, che a quel tempo non era neanche nato. Il volume, presentato alla Fondazione Federico II, è più di un viaggio nella memoria: è una pagina di storia ancora tutta da rileggere, un momento tra i più efferati dello scontro tra la mafia e lo Stato.
È questa anche l’opinione di Pietro Grasso, ex presidente del Senato ma soprattutto ex capo della Procura nazionale antimafia e prima ancora giudice a latere del maxiprocesso a Cosa nostra. “Si è parlato dell’attentato – scrive nella prefazione del volume – come dell’atto terminale della prima guerra di mafia che vedeva contrapposti i clan Greco e La Barbera, una guerra per la conquista della supremazia nella speculazione edilizia e nel traffico di droga, allora in intensa espansione. Indagini successive ipotizzarono un attacco rivolto ai carabinieri, e in particolare al tenente Mario Malausa, autore dei primi rapporti alla magistratura sulle relazioni tra la mafia e la politica locale“.
La strage di Ciaculli, una borgata dove si producono i famosi mandarini “tardivi”, colpì un’Italia che viveva la fase politica della congiuntura e l’elezione del nuovo papa, Paolo VI.
Rappresentò quel feroce attentato un punto di svolta nella lotta alla mafia. Accelerò la costituzione della prima Commissione parlamentare antimafia e diede un impulso alle indagini sul potere criminale di Cosa nostra: 114 mafiosi tra cui Totò Riina, Tommaso Buscetta, Luciano Liggio, Gaetano Badalamenti, Salvatore Greco furono processati a Catanzaro. Il processo si concluse nel 1968 con alcune condanne ma solo per associazione a delinquere e varie assoluzioni.