Una parte dei soldi provenienti dai biglietti d’ingresso nei siti archeologici sarà distribuita ai Comuni nel cui territorio ricadono.
L’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento che accoglie, seppure in parte, le proposte del sindaco di Taormina e deputato regionale Cateno De Luca.
I Comuni, dopo aver siglato convenzioni, potranno incassare il 15 per cento dei proventi ottenuti dallo sbigliettamento ordinario. Sono così esclusi i grandi eventi organizzati dai privati. I soldi serviranno alle amministrazioni per garantire i servizi di viabilità, sicurezza, decoro urbano e raccolta dei rifiuti. I Parchi archeologici dovranno anche permettere ai Comuni, per almeno 5 giornate al mese, di utilizzare i siti per manifestazioni. Le amministrazioni non potranno incassare più di 600 mila euro all’anno.
“Voglio ringraziare – ha commentato il presidente della Regione, Renato Schifani – i deputati della maggioranza e dell’opposizione che in maniera sinergica hanno contribuito a migliorare il testo originario e il presidente dell’Ars per la conduzione dell’Aula e l’attività di sintesi esercitata. Una disposizione il cui impianto normativo è stato fortemente voluto dal governo, che, invece, come diversamente ipotizzato ha ritenuto di non ‘tassare’ gli imprenditori con una quota del 20% per gli incassi relativi agli eventi organizzati all’interno dei siti archeologici”.
“Dopo un trattativa con il governo – ha detto Cateno De Luca – abbiamo raggiunto una mediazione per permettere ai Comuni di ottenere una parte dei proventi dello sbigliettamento ordinario per l’accesso ai siti archeologici. L’accordo ci soddisfa solo in parte ai Comuni andrà il 15 per cento degli incassi. Il Governo è stato inamovibile nel non inserire la compartecipazione nei grandi eventi organizzati dai privati”.
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