Quando ha visto gli specialisti della sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri analizzare le scale comuni del condominio, Alessandro Impagnatiello è crollato e ha deciso di confessare l’omicidio.
Intorno alle 22, il barman 30enne, accompagnato dai militari, era rincasato brevemente per recuperare alcuni oggetti personali dall’appartamento in via Novella messo sotto sequestro dagli inquirenti.
Forse convinto di aver ripulito le tracce dell’omicidio nella casa, non è stato lo stesso per le aree comuni della palazzina dove nella notte tra sabato e domenica sarebbe passato trascinando il cadavere della fidanzata.
Già nella sua Volkswagen T-Roc nel pomeriggio di ieri le tute bianche dell’Arma avevano repertato alcune macchie di sangue. Nel lungo interrogatorio avvenuto questa notte con la pm Alessia Menegazzo e i carabinieri del nucleo investigativo Impagnatiello ha detto di aver agito da solo senza l’aiuto di complici.
Fidanzato trasferito a San Vittore
Alessandro Impagnatiello è stato trasferito dalla caserma dei carabinieri di Senago nel carcere milanese di San Vittore. In corso di notifica il fermo emessa dalla pm Alessia Menegazzo in cui il barman è accusato di omicidio volontario aggravato, soppressione di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale
L’omicidio
Un omicidio d’impeto al culmine di una discussione dopo la 29enne aveva incontrato l’altra fidanzata del compagno. Lo scorso sabato, nonostante nutrisse già dei sospetti da aprile, Giulia ha acconsentito a incontrare quella che a suoi occhi era l’amante del futuro padre del suo bambino. Era stata l’altra donna, una collega statunitense del barman, a chiedere il faccia a faccia anche lei insospettita dai comportamenti del 30enne.
Quest’ultima dopo essere rimasta anche lei incinta di Impagnatiello aveva scelto di interrompere la gravidanza. Nell’incontro chiarificatore le due donne hanno preso coscienza delle innumerevoli bugie raccontate dal 30enne e della doppia vita che l’uomo portava avanti con loro.
La stessa sera ci sarebbe stato poi un ulteriore confronto tra Tramontato e Impagnatiello che sarebbe degenerato – secondo l’ipotesi accusatoria – nell’omicidio della donna. È stato il ritrovamento di alcune tracce biologiche, verosimilmente sangue, nell’auto di Alessandro Impagnatiello a far decidere agli inquirenti milanesi di indagare l’uomo.
Impagnatiello provò a incontrare l’amante dopo l’omicido
Alessandro Impagnatiello ha cercato senza riuscire di incontrare la collega americana con cui aveva una relazione parallela dopo aver ucciso la compagna. Per convincerla a incontrarsi l’uomo le avrebbe detto di essere “un uomo libero” e che la 29enne se n’era andata.
Inoltre le avrebbe ribadito, mentendo, che il figlio che Tramontano portava in grembo non era suo. L’incontro non si è concretizzato perché l’americana si è spaventata.
Pm: “l’assassino mandava sms quando era già morta”
Giulia è stata uccisa tra le “19 e le 20.30” di sabato 27 maggio. Ne sono convinti gli inquirenti milanesi. “C’è stato un tentativo di sviamento quando l’indagato manda messaggi all’amica della compagna dal telefono quando la vittima era già certamente morta”, ha dichiarato la pm Alessia Menegazzo.
Giulia – come documentato da una telecamera di sorveglianza che punta sulla via in cui abitava – era ancora viva alle 19.05.
Pm: “E’ omicidio volontario premeditato”
“L’analisi delle ricerche in rete ci ha consentito di comprendere le modalità con le quali l’indagato ha deciso di uccidere la compagna e di come di disfarsi del cadavere. Le modalità erano state pensate, studiate e organizzate. Per questo è stata contestata la premeditazione”. Lo ha detto in conferenza stampa la pm Alessia Menegazzo, titolare delle indagini dei carabinieri sull’omicidio di Giulia Tramontato.
“La vicenda deve insegnare a noi donne che non bisogna mai andare all’incontro di spiegazione. È un momento da non vivere mai perché estremamente pericoloso” ha sottolineato la procuratrice aggiunta Letizia Mannella nella conferenza stampa.
La ricerca sulla Rete per disfarsi del corpo
Mentre aspettava che Giulia rincasasse, Impagnatiello cercava su Internet “come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno” e “come ripulire macchie di bruciato”. Armani: non lavorava più per noi
Armani: “Era già stato sospeso dal lavoro”
“Il signor Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman presso l’Armani Hotel di Milano” si legge in una nota il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC, azienda proprietaria di Armani Hotel. “Fatti del genere – ha aggiunto il Gruppo Armani – non sono tollerabili in una società civile. Episodi come questo non possono e non devono verificarsi, mai”.
La sorella Chiara: “Grazie per aiuto, siamo distrutti”
“Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto e aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali”. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, affida a una storia su Instagram i suoi pensieri. “La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto”, aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, sorridenti, mamma, papà e figli.
L’amante: “Alessandro mentiva a entrambe”
Con Giulia “ci siamo confidate e abbiamo convenuto che Alessandro ci avesse mentito, a entrambe”, ha detto la 23enne che aveva avuto una relazione con Impagnatiello. A insospettire che qualcosa di strano fosse successo sono stati i messaggi scambiati con Giulia dopo che quest’ultima era tornata casa a Senago. “A mio avviso mi stava scrivendo in maniera diversa”, ha messo a verbale lo scorso lunedì davanti ai carabinieri di Senago.
Quando “ci siamo incontrate” intorno alle 17 di sabato all’Armani Hotel “Giulia era convinta di voler parlare tutti e tre insieme, e di trovare una spiegazione” mentre nei messaggi ricevuti tra le 20.30 e le 21.50 “mi scriveva che lei non era stata sincera con me e di lasciarla in pace e che voleva tornarsene a casa (penso intendesse casa sua a Napoli). Dopodiché Giulia non mi ha più risposto a nessun messaggio in chat”.
PRESUNTE COMPLICITA’
“Ci sono indagini in corso”, ha detto la pm in relazione a presunte complicità con Alessandro Impagnatiello nell’occultamento del cadavere. L’occultamento del corpo è avvenuto “in segmenti e tempi diversi”, come emerge da telecamera. Quando l’uomo “ha tentato l’incontro a casa con l’altra donna e lei non l’ha fatto entrare in quel momento il corpo di Giulia era ancora a casa”.