Federico Basile, sindaco di Messina, città in attesa da anni di un Piano di Riequilibrio approvato, è tranquillo. Anzi tranquillissimo. E lo dimostra. E convoca una conferenza stampa per dimostrarlo e far vedere come i suoi toni pacati non si accordano con le paure di dissesto innescate da ben 106 pagine di relazione del nuovo magistrato estensore della Corte dei Conti. Una conferenza “che non ho convocato per fare contraddittorio” dice Basile e nella quale, alla fine, non spiega molto, il Sindaco di Messina, ma che si sofferma su due punti fondamentali: i creditori del Comune e i fondi “vincolati” utilizzati per altri scopi. “Tutto regolare” dice il Sindaco: “abbiamo transato e ci sono i documenti” tanti che sono stati inviati alla Corte dei Conti. “Forse non li hanno guardati tutti. Anzi di certo non lo hanno fatto” dice Basile. Ah… la Corte dei Conti… Ciò nonostante il magistrato estensore scriva chiaramente “Le riduzioni di cui alle lettere b, c, d, ed e sono affermate apoditticamente nel file “tabella 6 lett. a” senza dimostrazione o produzione della relativa documentazione“. Laddove “apoditticamente” significa letteralmente di qualcosa che viene “enunciato o pronunciato in tono dogmatico, senza dimostrazione e senza sostegno di prove”.
Di seguito alcune delle richieste di chiarimento da parte del Magistrato Massimo Giuseppe Urso:
“Le verifiche sulla situazione di cassa conducono alle seguenti conclusioni e richieste di
chiarimenti:
– alla data del 31.12.2021 sono state utilizzate risorse vincolate in termini di cassa per il
finanziamento di spese correnti non reintegrate;
– alla data del 31.12.2020, la consistenza della cassa vincolata non sarebbe attendibile, a causa
della mancata rilevazione dei vincoli di destinazione; si chiede di riferire se sono stati adottati
i pertinenti interventi correttivi;
– si rileva il peggioramento dei flussi di cassa della gestione di parte corrente (residui
e competenza), riconducibile a difficoltà di riscossione delle entrate aleatorie e
ricorrenti.
– si chiede di fornire un elenco dei pignoramenti subiti negli esercizi 2021 e 2022,
indicando : a) creditore; b) importo attestato dal tesoriere; c) titolo giuridico (sentenza
per esempio); d) se sussiste la copertura finanziaria, e) eventuale regolarizzazione”.
E inoltre, la Corte precisa che: “Nel corso dell’istruttoria è stato chiesto di comunicare le componenti finanziarie che hanno determinato il miglioramento della parte disponibile dal 1.1.2019 (euro – 83.546.253,599) al 31.12.2019 (euro – 76.924.158,26) e al 31.12.2020 (euro – 70.636.234,37), al fine di verificare le correlazioni con le risultanze degli equilibri di bilancio, sia della gestione di competenza che della gestione dei residui.
Le informazioni trasmesse non sono pertinenti a quanto richiesto e, pertanto, non è stato
possibile verificare l’evoluzione del disavanzo di amministrazione in relazione agli effetti
contabili generati dalla dinamica complessiva degli equilibri di bilancio (di competenza e
dei residui)”.
Uno dei punti di forza del Piano di Riequilibrio per l’ennesima volta rimodulato è la riduzione dei costi del personale, ma anche su questo punto il Magistrato sottolinea che: “E’ stato chiesto di fornire gli elementi informativi a sostegno del programma di riduzione, ma le informazioni trasmesse non si ritengono adeguate, in quanto i dati forniti sull’evoluzione delle spese
del personale non sono coerenti con quanto rappresentato dai dati contabili a rendiconto, risultando inferiori alle evidenze contabili“.
E così via passando per il contrasto all’evasione ed elusione tributaria fino all’utilizzo e restituzione del Fondo di rotazione. Insomma tanti i punti da chiarire, ma conforta l’applomb inglese del Sindaco di Messina che narra di punti tutti “chiari e netti” e che saranno ancor più chiari in sede di audizione. Buon per Messina, con la speranza che pur senza “lacrime di emozione e complimenti” stavolta sia salva per davvero.