di Giuseppe Bevacqua
Nello Pergolizzi non ha più la sicumera dei primi giorni di Consiglio Comunale, quando la maggioranza più che “bulgara” pro De Luc… pardon, Basile, prometteva una sindacatura in completa discesa e senza sorpresa, tanto che la votazione di delibere di giunta in Consiglio era divenuta quasi una ormalità automatica.
Ed invece ecco che il 15 a 14 tra Pergolizzi e Mirko Cantello per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio Comunale spariglia le carte, ma non è una sorpresa.
I venti di transumanza dalla nave politica costruita dall’ex sindaco Cateno De Luca per rimanere quantomeno in formato ghost writer di Basile a Messina, aveva dapprima vacillato per poi incrinarsi del tutto proprio nelle ultime settimane con i transiti di consiglieri ieri per Basile Sindaco al gruppo misto. Cantello in prima fila, oggi le votazioni hanno fotografato un Consiglio Comunale completamente cambiato, trasformato, ma che non è dato di sapere quanto sia stabile nella forma attuale. Anche perché la presenza di Cateno De Luca a dirigere l’aula in qualità di presidente uscente e la sua prevedibile, se non ira, di certo nervosa reazione al risultato d’aula di oggi, potrebbe incidere su un elettorato di consiglieri che se siedono in aula, come direbbe l’ex sindaco, “lo devono non certo alla loro esperienza politica“.
Così mentre la maggioranza vacilla il numero legale cade e il risultato, tutto contro il presunto Pergolizzi, si scongiura ma si rimanda a domani. Tutto mentre De Luca reagisce e narra di “ricatti politici“, di “assessorati richiesti“, insomma di “fatti”, tra virgolette, a cui dal 2018 siamo avvezzi ad ascoltare e che vengono “svelati” solo dopo gli schiaffoni ricevuti. Tutto accade mentre i deputati regionali De Leo e De Luca dichiarano che “non molleremo” e che si terranno anche lo scranno di Palazzo Zanca, alla faccia di chi sperava, di surroga, di avere chance di entrare in campo anche se con notevole ed imperdonabile ritardo.
Misteri svelati a chi credeva erroneamente di essere salito su un carro che li avrebbe salvati e che invece a tutto pensa, il condottiero di quel carro, tranne che a quei ex consiglieri trombati, anche se primi dei non eletti, a cui nulla si ritiene di dovere, almeno politicamente?
Tant’è che domani si torna al votare, forse ancora con un numero legale ondivago come oggi, e con l’uscita al momento della votazione dei dubbiosi, come oggi hanno fatto due della compagine che doveva essere “granitica” certezza. Sicumera sgretolatasi e dissoltasi alla luce della ordinaria piccola politica che da sempre ha contraddistinto una città senza spina dorsale e senza veri e coraggiosi scatti d’orgoglio. Piccola politica per chi ha dimostrato di saperla cavalcare alla grande.