Il Presidente di ATM Giuseppe Campagna, intervistato a TCF, sulla vicenda delle buste paga a zero euro per i conguagli relativi ai premi di risultato non raggiunti ma anticipati, dichiara non solo che “si tratta della solita mistificazione dei sindacati” ma aggiunge che sarebbe proprio di questi ultimi se ATM ha proceduto all’addebito in un’unica soluzione del conguaglio in danno dei dipendenti. Campagna chiarisce inoltre che “non è stata accettata” la richiesta di rateizzazione proposta dai dipendenti colpiti dalla mannaia del conguaglio. Ma è corretta la modalità di addebito per intero del conguaglio fino alla concorrenza dell’intero importo delle spettanze? Secondo quanto previsto come limite di aggredibilità, fissato dall’articolo 545 del codice di procedura civile per i casi di pignoramento di “stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego”, tale procedura non sarebbe applicabile. Ma in effetti, nel caso specifico lo è secondo la giurisprudenza, in quanto la compensazione fra il danno procurato dal lavoratore e il credito del lavoratore per retribuzioni dirette o indirette configura una compensazione “impropria” o “atecnica”, situazione che si verifica quando i rispettivi crediti e debiti nascono dallo stesso rapporto giuridico (in questo caso proprio quello lavorativo). In tale situazione non si applica la limitazione della pignorabilità del quinto dello stipendio, tanto che le contrapposte ragioni di credito delle Parti (entità del danno e stipendi) possono pareggiarsi fino all’intero valore del danno aziendale. Salvo situazioni diverse disciplinate dal CCNL.
Si attendono adesso eventuali repliche da parte dei sindacati in un momento delicatissimo quale quello contingente in piena procedura di raffreddamento. E una domanda che nasce dal buon senso: non c’era un altro modo?
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