Senza lavoro dopo essere tornato da Firenze per fare da autista ad un politico. Licenziato, con la moglie in gravidanza e con una bimba disabile, rischia adesso di rimanere senza casa.
IL REPORTAGE
Messina, 30 marzo 2023 – L’olezzo nauseabondo della fogna si avverte pungente già imboccando il vicolo che conduce da via Socrate, una parallela del viale Gazzi di Messina, alla via 37L. Da questa via si giunge in un cortile fra case di edilizia popolare. Al secondo piano di una di queste abitazioni c’è la famiglia Milo: Massimiliano, la moglie e la figlia, 10 anni, costretta sulla carrozzina a rotelle per una grave patologia.
LA DISABILITA’ E LA FOGNA
Da quattro anni Massimiliano è costretto a scendere la carrozzina con sua figlia a bordo, a braccia e dalle scale, come fa da quando abita in questa palazzina senza ascensore, per poi, uscito dal portone, continuare a trasportarla, sempre di peso, scansando un vero e proprio acquitrino di fogna a cielo aperto che invade lo spazio antistante queste case. Un’odissea che si aggiunge a quella che le scale non risparmiano a Massimiliano da sempre.
“Questa è vita quotidiana” dice Massimiliano Milo mentre trasporta la carrozzina con sua figlia che immobile fissa attenta ogni manovra in sospensione da parte del padre. “Sono almeno 4 anni che la fogna ha invaso questo parcheggio davanti a casa nostra. E ad ogni spostamento che sia la scuola o una visita specialistica per mia figlia sono costretto a trasportarla a braccia per evitare di dover spingere la sua carrozzina in mezzo a quest’acqua fetida. Ho chiamato tutti, anche per questa fogna, ma nessuno se n’è mai fatto carico“. E la fogna rimane ancora lì, raccolta al centro del parcheggio tra queste case, con rivoli che raggiungono il portone e che diffondono odore nauseabondo anche dentro le abitazioni. Ma non è la fogna il problema più importante per Massimiliano e per la sua famiglia.
SENZA LAVORO NON SI PAGA UN AFFITTO
“Non possiamo più rimanere in questa casa” dice Massimiliano, “fino a questo mese e per anni ho sempre pagato l’affitto, perché questa non è un’abitazione popolare che qualcuno ci ha assegnato. E’ una casa per la quale pago una locazione piuttosto elevata e che io e mia moglie non possiamo più permetterci“.
La moglie di Massimiliano è anche in stato di gravidanza e non può aiutare Massimiliano nelle manovre necessarie a “liberare” la propria figlia dalle barriere che si frappongono tra casa e l’accesso all’esterno, fogna inclusa.
IL SILENZIO DI CHI CONOSCI BENE
“Ho chiesto a tutti. A tutti quelli che oggi sono a capo di questa amministrazione, che conosco da tempo e molto bene, ma che mostrano un’indifferenza nei confronti miei e della mia famiglia che non comprendo. Eppure me li ricordo bene quando non erano ancora assessori o dirigenti e non guadagnavano quello che oggi invece percepiscono anche grazie all’aumento delle indennità. Ma del passato non voglio parlare…“. E invece Massimiliano ne parla e fa comprendere la sua storia e le difficoltà che ha dovuto affrontare, di come la sua vita è profondamente cambiata, anche se c’è un nome che non pronuncia ma che è chiaro e comprensibile ugualmente.
IL POLITICO: DA FIRENZE AL NULLA, PASSANDO PER LA FENAPI
“Avevo un lavoro a Firenze che mi consentiva di guadagnare e di vivere bene. Mi ero ben inserito in attività ricreative e di controllo. Non avevo nessuna intenzione di tornare in Sicilia. A Firenze ho conosciuto mia moglie e sentivo quella città come casa mia. Una telefonata di mio padre però mi ha fatto cambiare idea e sono tornato per seguire un politico che aveva chiesto a mio padre che lavorava in Fenapi di fargli da autista. Ma dopo poco mi sono ritrovato senza più lavoro e senza più nulla“.
Massimiliano precisa: “Non ho chiesto di far sentire la mia voce per parlare di questa storia e di quella persona, ma mi dispiace enormemente che la gente che lui ha messo a capo di questa città e che ho conosciuto ben prima che diventassero assessori e dirigenti, oggi si voltino dall’altra parte. Io chiedo solo il riconoscimento dei diritti di mia figlia in quanto disabile. Diritti uguali a quelli di tutti gli altri che si trovano nelle stesse condizioni. Ho più volte incontrato l’assessore si servizi sociali Alessandra Calafiore. Ho esposto i nostri problemi, che essendo senza lavoro non potrò più permettermi questa casa e che rischio seriamente di finire in strada con mia figlia disabile e mia moglie in gravidanza. La risposta è sempre stata un sorriso a cui è seguito il nulla, con la solita risposta: ‘non ci sono abitazioni disponibili’. Ho inviato video che spiegavano la mia situazione a poltici come Pippo Lombardo e dirigenti come De Francesco e Salvo Puccio, senza alcun riscontro. Un ‘cortese’ nulla che non è corretto nei confronti di una bambina disabile di 10 anni“.
MESSINA NON E’ FIRENZE. MA NON E’ FINITA
Massimiliano riprende in braccio la carrozzina con la figlia a bordo, guada nuovamente quell’acquitrino melmoso fino a raggiungere il portone e comincia a risalire le scale con la carrozzina che ondeggia per il peso. “Quello che più mi dispiace è che se fossi rimasto a Firenze ed avessi perso il lavoro, avrei avuto un alloggio popolare per la mia famiglia in una sola settimana“. Ma qui è Messina.
“Non chiedo occhi di riguardo, sottolinea Massimiliano, a ciò che è diritto per mia figlia. Non mi fermerò qui. Perché per la vita di mia figlia e per il bene della mia famiglia sono pronto a fare e dire di più. Molto di più” . Le luci colorate nelle ruote della carrozzina rosa si riaccendono. Sono le uniche note colorate in questa storia buia.