Presenti il Sindaco Federico Basile, il Vicesindaco Salvatore Mondello, la Giunta Municipale, il Segretario Generale Rossana Carrubba e il Direttore Generale Salvo Puccio, si è svolta stamani nel Salone delle Bandiere a Palazzo Zanca la Cerimonia commemorativa, in occasione della ricorrenza del 175° Anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Municipale. Alla Cerimonia, che celebra l’importante traguardo di uno dei più antichi Corpi d’Italia, hanno partecipato Autorità civili, militari e religiose, il Consiglio Comunale, il Comandante Stefano Blasco ed il personale del Corpo.
“Il Vigile Urbano non deve essere considerato dalla cittadinanza come un ostacolo” è questa una delle frasi pronunciate dal sindaco di Messina Basile. Ma l’agente di Polizia Municipale, oltre che non essere un ostacolo, non è neanche “vigile urbano”. Una definizione che appartiene al passato e che oggi lascia il passo al concetto di Corpo e di Polizia Locale.
“E’ un piacere per me – ha dichiarato comunque il Sindaco Basile – ricordare oggi, insieme a tutti i presenti che ringrazio, 175 anni di storia del Corpo di Polizia Municipale, una struttura qualificata, che lavora con impegno e serietà, affrontando e risolvendo le quotidiane problematiche cittadine. Il Vigile Urbano non deve essere considerato dalla cittadinanza come un ostacolo, ma è al servizio della stessa per il rispetto delle norme viabili, della legalità e della trasparenza. Il mio non è un discorso formale, perché ritengo che questa esperienza amministrativa debba coinvolgere l’intera cittadinanza. La comunità, dopo anni complicati dovuti alla Pandemia e alla crisi economico-sociale, vede nel nostro ruolo di Amministratori, Forze armate, Corpo di Polizia Municipale, società civile ed istituzioni religiose e non, il primo punto di riferimento per le quotidiane tematiche. La Polizia Municipale è il primo nostro baluardo per fare comprendere la necessità del rispetto delle regole e della cosa pubblica attraverso il comportamento che ognuno è chiamato ad assolvere nella veste di cittadino. In questi anni non sono mancati gli attacchi, anche fisici, da parte di chi non ha inteso rispettare le norme della civile convivenza. E’ cambiata inoltre l’impostazione del vostro lavoro dentro e fuori Palazzo Zanca. Oggi ci sono prospettive nuove che conoscete e su questo dobbiamo lavorare insieme, riappropriandovi del piacere e della voglia di indossare la divisa”.
A conclusione della Cerimonia il Sindaco Basile, il Questore di Messina Gabriella Ioppolo, il Presidente del Tribunale di Messina Marina Moleti e il Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Marco Carletti hanno consegnato formale elogio agli Ispettori Capo Giuseppe Mostaccio, Alessandro Platania, Giuseppe Cifalà, Cosimo Peditto e Giacomo Visalli, agli Ispettori Principale Bernardo Fama e Andrea Parisi e all’Assistente Francesco Paratore, per essersi distinti nel corso dell’attività lavorativa per la loro professionalità e competenza.
STORIA DEL CORPO
Nei 175 anni di storia diversi agenti hanno perso la vita nell’espletamento del servizio. E proprio oggi, martedì 28, giorno della cerimonia, ricorre il 60° anniversario della morte di uno di loro, Orazio Di Maio, eroicamente morto per salvare un concittadino. Al povero Di Maio è intitolata la Caserma della Polizia Municipale di via Bonino. E’ del 1838 la prima notizia riguardante la creazione delle Guardie Urbane che, secondo un Decreto di Re Ferdinando di Borbone, dovevano essere organizzate in ogni Comune e casale del Regno. Bisogna però attendere i primi moti risorgimentali del 1848 per avere un Corpo unitario. Il 28 marzo 1848, infatti, apparve un avviso al popolo, nel quale si reclutavano militi nel corpo della Guardia Municipale, che avrebbero ricevuto tre tarì al giorno. Tale bando, che segna l’inizio del corpo come organismo unitario dell’Ente Comune, fu a firma di Francesco Saccà; il primo Comandante. Nell’aprile 1848 il servizio di sicurezza interna alla città fu assunto per intero da due Compagnie di Guardie Municipali e dalla Guardia Nazionale. Le Guardie Municipali, nonostante la strenua resistenza all’esercito di Ferdinando II, furono le ultime a capitolare l’8 settembre del 1848.
Per questa resistenza il Corpo fu insignito, nel 1890, di una “Bandiera di Guerra”; tuttora custodita. Nel 1860, l’Amministrazione civica si ribellò contro i Borboni, aspettando con impazienza l’arrivo dei garibaldini. Le guardie urbane anche in questo caso rimasero fedeli all’Istituzione Comunale. Gli anni seguenti segnarono profondamente l’organizzazione del corpo che venne ridisegnato sullo stile piemontese. Durante gli anni successivi, il Corpo venne decorato nel 1873 con medaglia d’argento e brevetto d’incoraggiamento quali “benemeriti dell’umanità sofferente” e nel 1889 con medaglia di bronzo quali “benemeriti della salute pubblica”.
La notte del 27 dicembre del 1908 le guardie municipali non di servizio rientrarono nella Caserma all’interno del Palazzo Municipale e nelle due Mandamentali ove risiedevano. All’epoca, durante l’arco del periodo di servizio, era vietato ai Vigili di contrarre matrimonio. Dopo la prima scossa di terremoto che distrusse il Palazzo Municipale e il successivo maremoto, morirono quasi tutte le guardie. La ricostruzione del Corpo fu quasi immediata. Il 1 aprile del 1910, sia i nuovi nominati che i pochi sopravvissuti, entrarono in servizio. La Grande Guerra coinvolse i Vigili Urbani; tre di loro non tornarono mai per le ferite riportate tra il Carso e l’Isonzo. Nella Seconda Guerra Mondiale molti vigili partirono per il fronte e solo i più anziani rimasero in servizio, facendo esclusivamente sorveglianza antiaerea e servizio annonario per il controllo e la repressione del mercato nero. Il 1946 vide la nascita di un nuovo Stato Repubblicano. Il Corpo percorse assieme alla Città la strada della ricostruzione.
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