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Ponte sullo Stretto, Alibrandi (Cisl): «Professionalizzare i lavoratori, programmare la gestione del disagio che deriverà dal cantiere e massimizzare l’indotto. Se la realizzazione dell’opera partirà nel 2024 siamo già in ritardo»

- 18/03/2023
alibrandi 2 voce di Sicilia

Messina, 17 marzo ’23. «Il via libera del Consiglio dei Ministri al progetto del Ponte sullo Stretto, anche se a quello del 2012, mette un ulteriore tassello verso la realizzazione dell’opera. Per questo occorre, oggi, essere più realisti che mai e mettersi al lavorare su quella prospettiva». A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, che vuole destare nuovamente l’attenzione su quelli che saranno aspetti fondamentali nell’iter di realizzazione della mega infrastruttura.

«Dobbiamo essere concreti, più che mai – sottolinea Alibrandi -. Secondo la prima ipotesi stabilita dal Governo nazionale i lavori potrebbero iniziare il prossimo anno, questo significa che occorre iniziare a programmare già da ora, lavorando su due binari paralleli. Il primo è quello di individuare tutte le azioni necessarie per affrontare il disagio che inevitabilmente ci sarà con l’apertura del cantiere principale e di quelli delle opere correlate, dalla viabilità al sostegno economico alle attività commerciali che saranno penalizzate. Ma occorre pensare già da ora, lo ripetiamo da mesi, alla formazione, in termini di specializzazione e di sicurezza, di tutte le professionalità necessarie alla costruzione del Ponte. Non solo operai edili, ma tutte quelle figure che potranno essere impiegate e che in questo momento non abbiamo perché non formate. Bisogna pretendere che la ricaduta occupazionale ed economica sul territorio sia massima. Ma bisogna iniziare a prevedere anche quel potenziamento delle strutture ricettive e di assistenza a chi dovrà realizzare l’infrastruttura. Per noi – conclude Alibrandi – non è solo, infatti, il “peso” del cantiere dell’opera ma tutto l’indotto che ne deriverà ad incidere sul tessuto economico ed occupazionale della città e non solo. Bisogna fare presto perché, se l’iter sarà veloce così come è stato sinora, un anno passa in fretta e rischiamo di farci trovare impreparati. Ancora una volta».