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Comuni “turistici” siciliani: Messina con 66 il maggior numero. Alle polemiche l’assessore AMATA risponde netta: “nessuno è stato ‘tagliato’ da nessuno. Il turismo siciliano deve fare rete”

- 14/03/2023
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Ben 291 Comuni su 391 totali definiti “turistici”. Anche perché definire “turistico” la totalità del territorio appare come una esagerazione. Scenario poco realistico a guardar bene il territorio e le sue strutture.

L’assessorato regionale del Turismo Elvira Amata, con il decreto assessoriale numero 188 ha approvato il testo con cui è stato stilato l’ elenco dei Comuni turistici della Sicilia. Per provincia, il maggior numero è stato registrato a Messina, con 66 comuni, che erano appena 25 nel 2010; quindi Palermo, con 55 comuni, 16 nel 2010, subito seguita da Catania, con 53 comuni, 13 nel 2010. I numeri scendono parecchio ma rimangono comunque interessanti in provincia di Agrigento, con 29 comuni, Trapani, con 24 comuni, quindi Siracusa, a quota 20. Enna ne registra 19, seguita da Caltanissetta, a 14 comuni, e in ultimo Ragusa, a 11.

La definizione di Comune turistico è stata realizzata con il supporto dell’Istat, sulla base di criteri che partono dalla categoria turistica prevalente. Come i criteri geografici, la vicinanza al mare, l’altitudine, e criteri antropici, come nel caso dei grandi comuni urbani.

L’assessore regionale al Turismo Elvira Amata è ottimista e dichiara che se fosse per lei riconoscerebbe tutti i Comuni siciliani come turistici: “Perché tutta la Sicilia è bella ogni territorio ha le sue bellezze e le sue peculiarità. Davvero non riuscirei a escluderne nessuno”.

Ma nonostante questo orientamento dell’assessore, in questi giorni, ha fatto discutere il fatto che alcuni Comuni siano rimasti fuori dall’elenco. L’assessore ha fatto le sue rimostranze all’Istat: “Ho chiesto – afferma l’assessore regionale AMATA– se ci fossero stati dei disguidi nella lettura dei dati e in realtà è venuto fuori che i conteggi e i parametri sono stati corretti. Parliamo quindi dei dati in possesso all’Istat. L’impressione però è che questi dati in possesso dell’istituto di statistica potrebbero non essere stati comunicati correttamente dai Comuni. Ecco perché ho già scritto ad Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, per esortare gli Enti locali a fare le dovute comunicazioni aggiornate e per tempo. La cosa certa è che nessuno è stato ‘tagliato’ da nessuno, ci si è limitati alla verifica delle statistiche e i numeri sono quelli”.