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Polizia Municipale, Giordano CSA “Occupare un parcheggio disabili è reato. L’attività encomiabile svolta dagli operatori del Corpo”

- 01/03/2023
disab voce di Sicilia

«Se vuoi il mio posto, prenditi anche la mia disabilità»: era questo lo slogan di una campagna che, anni fa, puntava a sensibilizzare sulla necessità di rispettare i parcheggi riservati ai disabili. Molto tempo dopo, quella raccomandazione è stata “rafforzata” da una sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito che occupare indebitamente il posto di una persona titolare di contrassegno disabili è reato, anche se a precise condizioni. A stabilirlo è stata la Quinta sezione penale, che con la sentenza n. 17794/2017 ha riconosciuto il reato penale di violenza privata nei confronti di un sessantenne palermitano che aveva occupato, per circa 16 ore, il posto auto riservato nominalmente a una signora disabile.

“Occupare il parcheggio personalizzato di un disabile è reato? La risposta è sì !” lo chiarisce Gaetano Giordano componente del Direttivo Nazionale Dipartimento Polizia Locale CSA, primo sindacato del Comune di Messina e primo in Italia degli operatori della Polizia Locale.

“La Polizia Municipale come non mai è oggi sensibile alle problematiche che ogni giorno i portatori di handicap devono subire, tra l’altro, solo per trovare un parcheggio libero a loro riservato. E’ grandissima la mole di lavoro in tal senso che sta portando avanti l’amministrazione e il Comando del Corpo di Messina contro chi occupa abusivamente stalli di stabili” scrive Giordano in una nota.
“Lancio pertanto un invito alla città, continua Giordano, osservare le regole iniziando dal rispetto delle categorie più deboli. Gli automobilisti indisciplinati, incivili e senza cuore che occupano abusivamente stalli riservati ai portatori di handicap senza averne titolo, dovrebbero imparare a memoria la sentenza della Cassazione che ha condannato un sessantenne palermitano per aver occupato il parcheggio di una donna disabile, ritenendolo colpevole di «violenza privata». Ecco le motivazioni della sentenza, che chiarisce quando compiere questo gesto riprovevole è passibile solo di multa con decurtazione punti patente, e quando si rischia di ritrovarsi a carico un provvedimento penale. Una vicenda giudiziaria lunga un decennio che si è chiusa definitivamente con l’ultimo grado di giudizio. Il tribunale di Palermo ha comminato in quel caso una condanna a quattro mesi per violenza privata, la sentenza poi fu confermata in appello. L’uomo fece ricorso, ma la Cassazione, lo rigettò, ritenendolo colpevole del reato ex art. 610 c.p., con la condanna per violenza privata più al risarcimento danni di 5mila euro per la parte offesa e il pagamento delle spese processuali”.
“Un plauso all’amministrazione ed un elogio al Comandante ed ai suoi uomini, scrive ancora Giordano, che con la dovuta e corretta repressione stanno impartendo lezioni di educazione stradale a chi era poco sensibile alle problematiche delle categorie protette. A tal proposito è bene ricordare che oltre il rischio di commettere un reato e dover affrontare un procedimento penale, occupare indebitamente un posto riservato ai disabili comporta una multa che va da un minimo di 168 ad un massimo di 672 euro e quattro punti in meno dalla patente, più la rimozione coatta dei mezzi.
Peggio ancora per chi usa un contrassegno non valido, scaduto o in fotocopia: sei punti in meno dalla patente e le multe e le sanzioni, penali ed amministrative su indicate” conclude Giordano.