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Atm, “A DICEMBRE 10 PRONUNCE DEI GIUDICI SU 12 HANNO DATO RAGIONE ALL’AZIENDA. ADESSO CAMBIATO ORIENTAMENTO DEL GIUDICE”

- 18/02/2023
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Nota stampa Atm

In merito alla notizia diffusa a mezzo stampa in merito al reintegro di un lavoratore posto in pensione anticipata al compimento del 62mo anno di età (lavori usuranti), ATM SpA interviene per evidenziare che dal 2020 ad oggi, ovvero da quando l’Azienda, coerentemente con il sistema normativo di settore a tutela del “cd personale viaggiante”, ha posto in quiescenza i lavoratori al compimento del 62 anno di età ed in presenza dei requisiti pensionistici come per legge, sono stati presentati in totale 13 ricorsi al Tribunale del Lavoro di Messina. Di questi 13 ricorsi, dieci sono stati decisi dal Tribunale sia in prima istanza che in sede di reclamo, riconoscendo la piena legittimità dell’operato dell’Azienda in coerenza con l’orientamento giurisprudenziale delineato dalla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite, che, con la Sentenza 17589/2015, cui sono seguite numerose pronunce a sezioni semplici, ha indicato che la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre l’età pensionabile di vecchiaia possa avvenire solo a seguito di uno specifico accordo con il datore di lavoro, condannando in tutti i casi i lavoratori anche alle spese dei giudizi. In particolare, il Tribunale del Lavoro di Messina aveva espresso in modo uniforme e fino al mese di dicembre 2021, il principio di diritto che “la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre il limite previsto dai vari ordinamenti per il pensionamento non formi oggetto di un diritto del lavoratore, presupponendo sempre il consenso dell’azienda” Due soli Giudizi, afferenti l’identica questione giuridica, stati decisi in senso sfavorevole per l’Azienda. E’ stato lo stesso Tribunale del Lavoro di Messina, che in precedenza aveva espressamente stabilito che anche in presenza della volontà del lavoratore di rimanere in servizio, era necessario il consenso del datore di lavoro affinché ciò potesse validamente avvenire, a cambiare opinione.

Da qualche mese infatti, lo stesso Tribunale, mutando evidentemente il proprio consolidato ed uniforme orientamento che ha riguardato tutti i Magistrati della Sezione Lavoro, richiamando e facendo proprio un nuovo orientamento giurisprudenziale dei Giudici di legittimità a sezione semplice del maggio 2021, ha ritenuto che in presenza della richiesta del lavoratore a permanere in servizio, l’Azienda non potesse avviarlo alla pensione anticipata.

L’Azienda, pertanto, ribadisce che il proprio modus operandi è stato sempre improntato al pieno rispetto delle leggi che regolano la materia e che lo stesso modus operandi ha avuto fino a quest’ultima pronuncia il pieno riconoscimento di legittimità da parte dei Magistrati della Sezione Lavoro del nostro Tribunale. Ovviamente, non spetta ad ATM commentare le pronunce del Tribunale, ma osservarle, per cui darà corso e terrà conto di quanto stabilito dai Giudici, riservando di interporre reclamo anche al provvedimento di ché trattasi, come già fatto con quello dello scorso dicembre, il cui esito da parte del Tribunale Collegiale è atteso per il prossimo mese di maggio. Va da sé che l’Azienda deve avere chiaro il principio di diritto cui uniformare la propria attività per il futuro, anche per rispetto di quei lavoratori che in costanza del precedente orientamento giurisprudenziale si erano visti respingere il proprio ricorso. ATM, comunque, coglie l’occasione per evidenziare che l’Azienda era regolarmente costituita in Giudizio e che, per un evidente errore del sistema di deposito telematico, si è generato il disguido evidenziato dal Tribunale. Anche questo aspetto sarà prospettato al Tribunale Collegiale in sede di reclamo Si evidenzia, infine, che siamo in presenza di una evidente questione giuridica talmente controversa da essere finita tantissime volte fino in Cassazione e rispetto alla quale gli stessi Giudici sono stati chiamati a modificare più volte il proprio orientamento. A tal proposito, riguardando la questione migliaia di lavoratori nelle medesime condizioni in tutto il paese, sarebbe da auspicare un tempestivo intervento del legislatore che faccia chiarezza in maniera definitiva sulla peculiare e delicata vicenda.