“Sentiamo la necessità di precisare su quanto pubblicato in data 15.02.2023 relativamente alla situazione della categoria sanitaria EP e D dell’azienda Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina”. Lo scrivono i dirigenti medici demansionati del Policlinico di Messina in una lettera aperta. L’intenzione è fare chiarezza su una vicenda che, come scrivono, sarebbe già chiarita dalla giurisprudenza.
“Non è chiaro che la Categoria Universitaria EP/D è costituita da un insieme di professionisti che operano in ambito sanitario dal oltre 20 anni nel policlinico universitario di Messina, rivestendo alcuni di loro funzioni apicali o rivestendo incarichi dirigenziali all’interno delle UO riconosciuti dalle varie amministrazioni che si sono succedute, in quanto applicabili esclusivamente ai dirigenti medici.
Questa figura professionale è nata da una intesa tra l’Università ed il Ministero della Salute negli anni 90 per far fronte alle esigenze sanitarie ed assistenziali di Policlinici Universitari, nella necessità di garantire adeguata assistenza specialistica e completamento degli organici.
Dopo 20 anni di impegno nell’assistenza, ricerca e didattica i sanitari, con proficui risultati e riconoscimenti nazionali ed internazionali, improvvisamente sono stati messi in discussione da parte dei vertici universitari ed aziendali.
A tutt’oggi le ragioni di questa querelle non sono state pubblicamente chiarite con argomentazioni giustificabili, creando di fatto un danno di immagine e di carriera a questi professionisti.
Questa azione potrebbe mettere in seria difficoltà l’assistenza sanitaria che svolge il policlinico universitario, per le ripercussioni che ne conseguirebbero, con messa in discussione degli stessi servizi essenziali che essa eroga.
Ci preme sottolineare che, dalla lettura del vostro articolo, la nostra figura professionale, di fatto vittima del “sistema universitario”, possa apparire come un “problema sanitario”.
Questo, nelle more, ha permesso all’azienda di rimodulare le unità operative a favore prevalentemente delle figure universitarie, senza possibilità di concorrenzialità, annullando il merito e le competenze, che sono il principio dell’assistenza sanitaria.
Ed infine ribadiamo che non è necessario trovare una soluzione ad un problema inesistente su una qualifica ed un ruolo di “equiparazione a dirigenti” già chiarita dalla giurisprudenza più volte. Sarà necessario piuttosto un formale “chiarimento” rivolto all’università, dagli organi giuridicamente preposti, che metta fine a questa vicenda sollevata dalla azienda universitaria.
La nostra lettera si è resa necessaria dopo le continue inesattezze di termini e pensieri, esternando la nostra “indignazione” per un problema disconosciuto e sottovalutato. Peraltro la categoria stessa si rende disponibile a qualsiasi forma di chiarimento pubblico, oltre che pronta ad agire legalmente nella tutela dei propri diritti, che vengono continuamente calpestati”.
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