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L’agenda – La vita in latitanza, gli amori e le patologie che hanno incastrato Matteo Messina Denaro

- 18/01/2023

Riflessioni sulla vita e sull’amore, le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati tutti da interpretare: c’è molto materiale nell’agenda trovata la notte tra lunedì e martedì nella casa in cui il boss Matteo Messina Denaro, arrestato due giorni fa, ha trascorso l’ultimo anno della sua latitanza.

Nella giornata di ieri, infatti, è stata trovata, tra le altre cose, un’agendina su cui l’ex latitante scriveva le sue riflessioni, anche sulla figlia Lorenza che non porta il suo cognome e che non lo vuole vedere da anni. Non solo. Ci sarebbero anche delle date, di alcuni incontri. Tutto il materiale è al vaglio degli investigatori. Al momento non sono stati trovati documenti o ‘pizzini’, come era successo in passato nei covi di altri boss. In una scatola c’era invece tutta la sua documentazione sanitaria, con cartelle cliniche sulle visite effettuate.


Nell’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, non sarebbero stati scoperti documenti esplosivi o carte compromettenti – cosa che spinge i pm a pensare che ci sia un altro covo in cui il boss teneva le cose riservate- ma l’agenda potrebbe dare spunti investigativi importanti.

Come i tantissimi documenti sanitari- referti di visite specialistiche, molte oculistiche, sostenute da Messina Denaro negli anni – recuperati in uno scatolone. Le cartelle mediche dimostrano che il capomafia, incastrato proprio grazie all’inchiesta sulla gravi patologie di cui soffre, durante la latitanza ha incontrato diversi dottori. Uno, Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara è indagato per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, altri saranno presto sentiti. Come un oncologo di Trapani che lo aveva curato. Ma la caccia ai fiancheggiatori è solo all’inizio.

Intanto si terrà domani mattina, alle 9.30, al carcere Pagliarelli di Palermo, l’udienza di convalida per Giovanni Luppino. A interrogarlo sarà il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato. Luppino è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.

È stato proprio Luppino, commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato, ad accompagnare l’ex latitante in auto alla clinica Maddalena di Palermo. Luppino, che non è parente del boss omonimo, è un volto nuovo per gli inquirenti. Non era mai stato coinvolto in operazioni antimafia. Da tempo si era dedicato al commercio delle olive del tipo “cultivar Nocellara del Belìce”. Un comparto che genera milioni di euro tramite magazzini d’ammasso sul territorio di Campobello di Mazara e Castelvetrano.

Gli inquirenti stanno indagando su quali fossero i suoi rapporti col padrino arrestato lunedì.