Un momento di NON democrazia oggi al Comune di Messina durante la trattazione della Vertenza ATM in Consiglio Comunale. I Sindacati denunciano di essere stati “costretti al silenzio” e “relegati sul balcone della sala consiliare con la Polizia Municipale”.
Ma a cosa è servito non permettere di parlare ai sindacati? Perché relegarli nel loggione sulla sala consiliare, lo stesso loggione dove solitamente prende posto il pubblico? I sindacati nella vertenza ATM non erano anche loro controparte? Non erano LA controparte, visto che rappresentano i lavoratori della più “ricca” società partecipata del Comune di Messina? Eppure secondo quanto scrivono i sindacati in una nota congiunta è quanto è accaduto oggi pomeriggio al Comune di Messina. Tutto è incominciato, appunto, con la posizione riservata alle sigle sindacali e ai loro rappresentanti: il “balcone” in alto, lontano dalla sala. E’ poi proseguito con “gli applausi negati” anzi richiamati all’ordine dal Presidente del Consiglio Vicario Pergolizzi, che ha inviato la Polizia Municipale, scattati nel momento in cui i consiglieri comunali di opposizione avevano chiesto che parlassero anche i sindacati. Una richiesta nata dalla legittima e democratica necessità, quanto meno, di farsi un’idea della situazione che ha scatenato la vertenza ATM. Ma nulla… il vicario Pergolizzi ha consentito di parlare solo alla dirigenza di ATM, nella persona del suo presidente Campagna che così non ha avuto alcun contraddittorio. Un monologo che ha fatto scattare la protesta dei sindacati presenti che si sono girati di spalle. E Pergolizzi ha pensato bene e “democraticamente” di spedire sul “balcone” nuovamente una pattuglia di Vigili Urbani… Ma cosa è emerso dal “monologo Campagna”? Ovviamente la “bravura” e la correttezza dell’operato dell’Azienda ATM che però non ha trovato concordi lavoratori e sindacati, scatenando un ulteriore protesta formale. “Chiunque con i soldi sarebbe bravo” hanno tuonato i Sindacati che hanno ricordato che proprio le sigle sindacali hanno permesso che i soldi arrivassero, grazie anche al PNRR. Insomma tante risorse per ATM dalle quali i cittadini si attendono, quanto meno, che il servizio venga erogato in modo soddisfacente. Ma perché ciò accada è necessario che la prima risorsa di ATM sia messa in condizione di lavorare in modo sereno. E ciò, secondo i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori, alla luce delle proteste e degli ultimi scioperi, non sembra che stia accadendo.
E allora? Il problema è probabilmente, come sostengono i sindacati, che il piano di servizio messo in piedi dal Presidente di ATM Campagna è sovrastimato rispetto alle risorse umane disponibili e che perché sia attuabile è necessario che si ponga in essere un sistema “che obblighi i lavoratori a fare lo straordinario”, nonostante sia una libera scelta dei lavoratori stessi, senza del quale per primi i villaggi rischiano di rimanere scoperti. D’altronde è accaduto proprio questo con l’ultimo sciopero, durante il quale i lavoratori hanno rifiutato di fare gli straordinari. Un sistema a “straordinario fisso” che non ha pari in altre società di trasporto pubblico.