
Il documento (in allegato alla presente) è stato inviato al Sindaco di Messina, all’Assessore alle Politiche Culturali Enzo Caruso, all’Assessore con delega ai “Rapporti con i Comitati Civici e le Municipalità” Massimiliano Minutoli ed a tutti i consigli Municipali ed ai Presidenti delle Municipalità.
Il documento affronta le tematiche con cui il Comitato si è fronteggiato in questi mesi, a partire dalla questione decentramento, la quale attuazione risulta fondamentale per dare voce ai territori, alle periferie ed ai villaggi.
Si passa poi al Trasporto pubblico ed all’organizzazione di eventi.
Questi i 9 punti del documento:
- Passaggio integrale alle Municipalità;
- Creazione di due nuove Municipalità;
- Creazione di un piano di interventi nei villaggi e nelle periferie;
- Valorizzazione di feste e tradizioni dei villaggi;
- Dare la possibilità ai Municipi di avviare i progetti RDC;
- Rivalutazione dei borghi;
- Percorsi Religiosi;
- Percorsi naturalistici;
- Trasporti zona Sud.
Il Presidente del Comitato, Alfredo Mangano, auspica “una risposta da parte delle istituzioni cittadine. Crediamo che i tempi siano finalmente maturi per imprimere una svolta alla nostra città, sostituendo le tante parole di questi ultimi 10 anni a fatti concreti. Sappiamo che è stato avviato l’iter per la revisione della divisione municipale della nostra città, ma al momento non abbiamo aggiornamenti in merito, a che punto è la procedura?”
Completa il Portavoce del Comitato, Peppe De Luca, il quale dichiara: “Il nostro Comitato ha elaborato queste 9 proposte pensando in maniera costruttiva al rapporto con le istituzioni, sappiamo le difficoltà che affrontano e per tal motivo abbiamo sempre orientato la nostra azione tendendo una mano verso il territorio che viviamo tutti i giorni. E’ ora di affrontare i problemi e di farlo con coraggio e convinzione, le nostre 9 proposte sono fattibili ed entrano nel merito senza voli pindarici, ed è ciò di cui il nostro territorio ha bisogno, dall’estremo Nord all’estremo Sud della città.”
IL DOCUMENTO
Per una Messina davvero Metropolitana. Torniamo a dare valore ai nostri villaggi
La questione Montemare ha fatto tornare forte in città il tema delle periferie, della loro valorizzazione, del rilancio di identità, luoghi, storie e manufatti che sono parte di ciò CHE E’ Messina. L’assenza di infrastrutture e, talvolta, di servizi essenziali che stanno condannando giorno dopo giorno i nostri villaggi collinari ad una lenta ma
inesorabile morte non è più un tema rimandabile.
Quando abbiamo avviato il percorso del nostro Comitato per il NO a Montemare eravamo consapevoli che, se volevamo davvero rilanciare i nostri villaggi, il nostro NO doveva portare con sé proposte ed azioni fattive e costruttive, delle risposte alla domanda: Come rendiamo nuovamente vivibili, attuali ed attrattive le periferie e le
nostre zone collinari?
Come noto, dunque, il nostro approccio nel costruire soluzioni è stato sempre rivolto alla totalità della città (da Nord a Sud) e non solo alla zona che era (fortunatamente, adesso, possiamo parlare al passato) interessata dal Referendum secessionista.
Perché? Perché -come abbiamo sempre detto in campagna referendaria- siamo fermamente convinti che la nostra città, che la nostra Messina, sia unica ed unita, e ciò non per nomina divina ma per fattivo funzionamento: la nostra città può funzionare solamente se riesce a valorizzare ogni mq del suo diversificato territorio, poiché è proprio questa diversità a rendere la nostra città completa di ogni caratteristica; ogni villaggio, ogni paese, ogni zona è complementare ad un’altra ed INSIEME creano un uniqum che ci consente davvero di poter affrontare le sfide dell’età contemporanea e tornare ad essere il centro del mediterraneo. Dalle verdi colline del Parco dei Peloritani alle spiagge di Orto Liuzzo e San Saba, dai borghi di Altolia, Gesso e Pezzolo ai negozi del centro città, passando per una parte industriale certamente da riqualificare e potenziare, senza dimenticare le strutture
(come stadi ed ospedali) che, seppur necessitano di interventi, ma sono comunque presenti.
Cosa manca dunque nella nostra città? Valorizzazione e buona gestione.
Durante la campagna referendaria per il NO a Montemare abbiamo dovuto, per forza di cose, concentrare la nostra attenzione alle zone interessate dalla secessione, ma come detto sopra le proposte fattive del nostro Comitato sono state costruite guardando alla città nella sua interezza, e adesso siamo pronti ad esporle,
consapevoli della necessità di impegno affinché si realizzino:
➔ Passaggio integrale alle Municipalità: E’ tempo che tutte le circoscrizioni diventino, pienamente, Municipalità, con una propria dotazione di poteri di intervento e di fondi necessari a poter velocizzare azioni immediate sul
territorio. E’ impensabile che Palazzo Zanca debba occuparsi persino di una buca in una strada secondaria. Serve dunque attuare il decentramento amministrativo senza, ovviamente, ledere al principio di trasparenza e corretta
gestione amministrativa e della spesa. Urge dunque una riforma degli statuti delle “vecchie” Circoscrizioni, in modo da adeguarle al concetto di Municipalità, come fatto anzitempo dalla quinta circoscrizione (ora Quinta
Municipalità). Chiediamo dunque la piena attuazione del Regolamento sul Decentramento di cui alla Delibera del Consiglio Comunale n.590/2019 la quale peraltro fa seguito alla L.R. 11/2015 e che la stessa, dopo 7 anni dal
suo varo, non risulta ancora applicata nel nostro Comune con conseguente “ibernazione” delle appendici territoriali del Comune;
➔ Creazione di due nuove Municipalità: Serve scindere in due le attuali prima e sesta circoscrizione, decisamente troppo ampie e che raccolgono una porzione di cittadini dalle esigenze troppo variegate. Un abitante di Altolia non ha le stesse esigenze di un abitante di Tremestieri, come un abitante di Gesso non ha le stesse esigenze di un abitante di Torre Faro. Ma non è solamente una questione di esigenze dei cittadini ma anche dei territori, quelli
ricompresi in queste circoscrizioni sono ampi e diversi per esigenze gestionali e di sviluppo. I nomi di queste due nuove Municipalità? Beh, per la nuova municipalità derivante dalla divisione del primo quartiere: “Pilieri”, per quella invece derivante dalla divisione del sesto: “Tramontana” come gli storici casali che da sempre sono peculiarità di quei territori. Al fine di contenere i costi di funzionamento i consiglieri municipali andrebbero ridotti da 9 a 7. I Municipi Messinesi dovranno seguire, nei limiti di Legge, il modello Romano, con la possibilità da parte dei rispettivi Presidenti di nominare degli assessori Municipali che possano occuparsi di specifiche tematiche. Andranno anche rivisti i confini delle municipalità, facendo ricadere i luoghi effettivi di erogazione dei servizi all’interno della municipalità (capita infatti che taluni Messinesi residenti nella quarta circoscrizione votino in luoghi afferenti la terza), in un’ottica di funzionalizzazione dei Municipi, ripensandoli come divisioni amministrative utili all’erogazione di servizi “quotidiani” per i cittadini, i quali non dovranno più recarsi a Palazzo Zanca per il disbrigo di pratiche, alleggerendo così la casa Municipale e rendendo più capillari i punti di accesso alla PA da parte degli utenti, dando altresì risposta a tutti quei cittadini che hanno ancora difficoltà nell’utilizzo dei servizi digitali garantendo ad essi l’accesso ai servizi pubblici. Tutto ciò potrà essere accompagnato da un monitoraggio delle performance dei Municipi, in relazione alle pratiche lavorate, alle richieste ed ai servizi offerti, in modo da intervenire sistematicamente nelle aree di maggior criticità, ottimizzando la spesa;
➔ Valorizzazione di feste e tradizioni dei villaggi: I nostri villaggi sono vivi tutto l’anno! A scandirne la vita sono storie, tradizioni, ricorrenze, memorie ed antiche specialità tramandate nel tempo. Ogni anno i nostri villaggi
festeggiano momenti storici di vario genere ove si scoprono e riscoprono, è ora di mettere tali eventi “a sistema” all’interno di un calendario annuale che renda attrattivo il nostro territorio tutto l’anno! Messina deve infatti diventare meta per tutti i 365 giorni dell’anno e quale miglior modo se non valorizzare quanto già esistente? Creando così un filo conduttore storico, folkloristico ed innovativo che si intrecci anche con eventi in centro città. Il tutto debitamente pubblicizzato dal Comune di Messina e, nondimeno, coordinato. Tale azione
consentirebbe non solo di far conoscere la nostra città all’esterno dei confini Comunali ma anche di far conoscere spazi, luoghi ed eventi del nostro territorio ai … Messinesi stessi! Troppo spesso non a conoscenza di eventi e
storia della città ove siamo nati. Altra grande occasione in tal senso è quella di poter riscoprire e potenziare storie e tradizioni dei nostri villaggi, i quali potrebbero avere vantaggio nell’ulteriore studio di determinati eventi al fine
del potenziamento delle varie manifestazioni. Chiediamo dunque una ricognizione delle iniziative sparse sul territorio durante tutto l’anno ed un programma coordinato che preveda, in una prima fase, azioni di
comunicazione e pubblicizzazione degli eventi ed, in una seconda fase, la “messa a sistema” di tutte le attività in un quadro unico da presentare ai Messinesi ed ai turisti. Cornice di questo quadro dovrà essere lo studio
storico, logistico ed operativo di ogni iniziativa al fine di potenziarla, arricchirla e renderla più accurata, anche mediante il coinvolgimento di associazioni, circoli ed enti a ciò deputati. Tale attività potrà essere finanziata intercettando apposite linee di finanziamento pubbliche nonché bandi appositi. I nostri villaggi e periferie ripartono ANCHE dalla CULTURA e dalla loro STORIA, arricchendone il territorio tutto;
➔ Risposte immediate: dare la possibilità ai Municipi di avviare i progetti RDC: Impiegare i percettori del Reddito di Cittadinanza per l’esecuzione di compiti socialmente utili funzionali alle esigenze dei Municipi. Nel Comune di
Messina sono circa 10.000 i percettori di Reddito di Cittadinanza che sono nelle condizioni di poter partecipare ai progetti sociali a loro dedicati, bisogna dunque estendere la possibilità di sottoscrivere accordi e progetti in tal senso anche ai Municipi affinché possano, con tali progettualità, impegnare i percettori residenti nel rispettivo Municipio, facendo sì che gli stessi acquisiscano competenze e, contemporaneamente, rendano un servizio alla
collettività rispondendo alle esigenze basilari e quotidiane del Municipio ove vivono ai sensi della normativa vigente. In tale percorso i Municipi, soprattutto in una prima fase, potranno essere assistiti dal Comune di Messina il quale svolgerà ruolo di monitoraggio e coordinamento. Il Comune di Messina ha avviato la ricognizione dei soggetti interessati allo svolgimento dei PUC nel 2020, avviandone taluni nel corso degli scorsi anni, chiediamo che tali progetti possano esser presentati direttamente dalle municipalità le quali meglio conoscono le esigenze territoriali. A tal fine risulta fondamentale emanare un nuovo avviso di ricognizione per la realizzazione dei PUC.
➔ Rivalutazione dei borghi: Negli ultimi anni ha avuto inizio un significativo trend turistico che vede come protagonisti i cittadini stranieri, più precisamente Francesi, Tedeschi, Inglesi, Svizzeri, Svedesi e Statunitensi
(Fonte: rilevazione flussi turistici Regione Siciliana anni 2019 e 2020) che attratti dalle bellezze siciliane e dal gradevole clima acquistano abitazioni nell’Isola (fonte: Il Sole 24 Ore su dati gate-away.com – Luglio 2019). Le mete
più gradite dagli stranieri sono Taormina, le pendici dell’Etna, la riviera catanese, Modica, Ragusa e la Val di Noto. Prima della pandemia il volume d’affari generato era di oltre 80 milioni di € annui.
I cittadini stranieri che acquistano case in Sicilia sono definibili in due tipologie: compratori di case di lusso e compratori in cerca di occasioni. Nel primo caso trattasi di investitori danarosi che scelgono di acquistare casa
(preferibilmente un palazzo d’epoca) senza badare al prezzo in una rinomata località turistica, come ad esempio a Taormina. Gli acquirenti riconducibili a questa tipologia utilizzano per lo più le abitazioni in brevi periodi dell’anno.
Nella seconda eventualità, i cittadini stranieri che prevalentemente vengono dal Nord Europa, trovano più vantaggioso acquistare casa per le vacanze in Sicilia piuttosto che nel loro paese d’origine dove i prezzi degli immobili al mq sono nettamente superiori. In questo caso, i compratori si stabiliscono nelle nuove abitazioni per un periodo più lungo durante l’anno; molto spesso anche in inverno, allettati dal clima mite dell’Isola in confronto alla rigidità climatica dell’Europa del nord.
Puntando su questo nuovo mercato potrebbe sorgere una nuova idea di sviluppo utilizzando un modello già vincente in alcuni comuni siciliani: le case ad 1€, si potrebbero infatti offrire ad un prezzo simbolico (1€) case
abbandonate, affidando agli acquirenti l’onere del restauro. Questa strada è praticata sin dal 2009 dal comune di Gangi (Pa), che per combattere lo spopolamento del borgo ha attuato questa politica con risultati significativi (al
2019 erano 108 gli immobili riconsegnati mediante questa modalità). In quest’ottica il mercato di riferimento non sarà unicamente il Nord Europa o il Nord America, ma anche il Nord Italia invogliando magari la fascia della terza
età che trarrebbe certamente benefici dal clima siciliano, indubbiamente più benevolo.
Un simile modello di sviluppo avrebbe diverse ricadute benefiche: in primo luogo si introdurrebbe liquidità fresca e costante (soprattutto nel caso di residenze fisse) dentro un’economia stagnante come quella messinese,
generando magari un indotto; si ripopolerebbero interi borghi collinari che oggi sono sull’orlo dell’estinzione salvaguardandone peculiarità e storia;
verrebbero riqualificate case, palazzi d’epoca, ville e casolari oggi in stato di totale abbandono e dunque diminuirebbe il degrado e le relative spese sociali, mettendo a rendimento ciò che oggi è abbandonato;
➔ Percorsi Religiosi: Un’altra via che va presa in considerazione è quella del turismo spirituale: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo e dell’ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) nel solo 2008 i viaggiatori legati a questa forma turistica sono stati 330 milioni in tutto il mondo, generando un volume d’affari di circa 18 miliardi di dollari.
Sempre secondo l’ISNART, in Italia il turismo religioso pesa sull’economia nazionale l’1,5% sul totale dei flussi turistici, di cui il 2% sulla domanda internazionale e l’1,1% sui turisti italiani, per un totale di 5,6 milioni di
presenze turistiche (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano). I turisti stranieri sono circa il 60% del comparto: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei.
Da una indagine più analitica si evidenzia come i principali fruitori siano gli adulti con il 41,4% che ha tra i 30 e i 50 anni, con il 44,4% dei turisti che raggiunge le località italiane per motivazioni religiose utilizzano i tour operator
e le agenzie di viaggio. Interessante anche il dato sui gruppi di viaggio: il 32,7% preferisce viaggiare in compagnia del proprio partner, il 20% sceglie un tour organizzato, il 19,7% un gruppo di amici, il 13,3% la famiglia, mentre il
9,8% viaggia da solo.
Il pellegrino viaggia principalmente in bassa stagione e spende mediamente 51 euro al giorno: gli Italiani spendono di più degli stranieri su base giornaliera (rispettivamente 59 euro e 46 euro).
La motivazione religiosa, che rappresenta la principale ragione di scelta del soggiorno (71,9%) è unita al desiderio di partecipare ad eventi di natura spirituale (37%). Fra le altre motivazioni troviamo che il 42,4% dei turisti
sceglie le località italiane anche per la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale, il 26,3% esprime il desiderio di conoscere nuovi luoghi, e il 21,1% intende conoscere gli usi e costumi della popolazione locale.
Uno sguardo a questi dati basterebbe per giungere ad una naturale conclusione: i borghi e le periferie Messinesi sembrano attori perfetti per ricoprire un ruolo centrale in questo mercato, eppure nonostante il settore sia
in continua espansione e considerata la ricchezza culturale, spirituale e architettonica che la nostra città offre il nostro territorio non è in grado di inserirsi in questo ambito.
In quest’ottica bisogna investire su progetti ed idee che possano creare delle opportunità per il territorio. Un esempio da seguire è quello presentato il 23 Luglio 2015 quando l’Assessorato al Turismo della regione Siciliana ha
finanziato con una somma pari a 138.000 € un progetto presentato dal Messina Tourism Bureau (consorzio per il turismo misto pubblico/privato che, per il progetto finanziato, ha raggruppato tra le sue fila i comuni di Messina,
Taormina, Castelmola, Mongiuffi Melia, Antillo, Roccafiorita, Monforte San Giorgio, Santa Lucia del Mela e Castroreale, oltre la Città Metropolitana e l’Università degli Studi di Messina).
Il progetto che prende il nome di “GratiaPlena” in onore al radicatissimo culto Mariano della provincia di Messina, intende valorizzare gli itinerari religiosi esistenti e mettere in rete gli eventi, le manifestazioni e le forme religiose
presenti all’interno dell’Arcidiocesi di Messina.
Le linee guida del progetto sono:
◆ Valorizzazione della rete dei Santuari Mariani presenti nella Diocesi;
◆ Proporre il culto di Maria come elemento identitario di tutto il territorio;
◆ Promuovere le principali manifestazioni sul culto Mariano e i più
rilevanti siti ed opere di interesse storico artistico legato al culto;
◆ Creare un sistema cooperativo virtuoso tra gli operatori turistici
pubblici, privati, laici e religiosi;
◆ Coniugare i percorsi spirituali ai palinsesti dell’offerta turistica locale.
Un esempio pratico da seguire e riproporre, ripensato per le periferie, anche
nell’ottica di valorizzazione di feste e tradizioni di cui ai punti precedenti;
➔ Percorsi naturalistici: Il patrimonio naturalistico messinese è sicuramente uno dei più ricchi dell’intera Sicilia ed è una delle basi da cui partire per un possibile rilancio dell’area. Attualmente esistono esempi virtuosi come quello
rappresentato dalle Gole dell’Alcantara: negli anni ‘60 del secolo scorso venne dato nuova linfa all’economia del posto con la creazione del Parco fluviale dell’Alcantara. All’interno del parco è possibile ammirare, oltre alle
gole di origine vulcanica, anche 50 tipi di specie animali diverse e oltre 300 tipi di piante. Inoltre è possibile effettuare una vasta gamma di escursioni:
dalla semplice passeggiata, al rafting sul fiume, o la risalita dal fiume con l’utilizzo di mezzi motorizzati. La creazione del Parco è stato un volano per l’intera area, sia con la nascita di strutture ricettive tutto intorno, ma anche con la promozione dei prodotti tipici locali.
Seguendo questo esempio si potrebbe puntare alla riqualificazione delle numerose fiumare presenti lungo i 68 km di costa, creare percorsi naturalistici riqualificando i letti ghiaiosi ridotti nella stragrande maggioranza a discariche,
recuperare antichi casolari presenti in queste zone e riconvertirli in strutture per la ricezione turistica. Vogliamo che ciò sia una priorità in una visione di recupero del territorio.
Lo stesso discorso vale per i monti Peloritani, ma è ancora ferma su carta l’istituzione del Parco dei Peloritani (articolo 3 della Legge Regionale 14/1988) che risulta essere un passaggio fondamentale per la riqualificazione dell’area.
All’interno del futuro parco sorgono infatti 34 comuni che potrebbero avere un nuovo slancio dall’istituzione della riserva, anche in questo caso si potrebbe puntare su percorsi botanici, faunistici ed anche artistici considerata la storia che ruota intorno ai numerosi borghi presenti all’interno dell’area. Un’ ottimo spunto viene dal Parco (esistente) dei Nebrodi, dove sta prendendo piede il progetto Nebrodi Albergo Diffuso (premiato al XX concorso “Turismo Activo” nella sezione cultura internazionale della Fiera Internazionale di Madrid), ovvero dieci comuni nebroidei (Caprileone, Ficarra, Floresta, Frazzanò, Galati Mamertino, Longi, Mirto, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia, Ucria) hanno creato una rete sinergica che permette ai turisti di alloggiare in residenze tipiche dei luoghi dei centri storici, partecipare alle iniziative dei vari comuni e vivere la quotidianità della popolazione residente creando dieci “reception”, una in ciascun comune, gestite in maniera unitaria da questo consorzio comunale, facilitando così le esigenze del visitatore.
Infine lo Stretto di Messina, bellezza naturalistica per antonomasia, candidato a divenire patrimonio dell’umanità dell’Unesco, deve necessariamente essere centrale in ogni ipotesi di sviluppo del territorio: dalla riqualificazione ed accessibilità delle spiagge che gli fanno da cornice alla salvaguardia delle antiche tradizioni marinare, dalla creazione di percorsi turistici in mare alla scoperta per mezzo di escursioni subacquee dei tesori marini. Messina ed i suoi abitanti dipendono da sempre dallo Stretto, e senza confrontarsi con esso non può esistere alcuna visione di sviluppo. Chiediamo impegni concreti, date certe ed azioni programmate per realizzare tutto ciò;
➔ Trasporti zona Sud: La zona sud della città oltre che dai bus di linea è servita anche dalla Metroferrovia gestita da Trenitalia. Solo recentemente è stato predisposto il biglietto (e l’abbonamento) integrato, molto utile per poter
utilizzare con un unica soluzione anche i mezzi ATM. Appare evidente però un primo problema: acquistando il biglietto Trenitalia è possibile successivamente utilizzare i mezzi del trasporto pubblico comunale ma non
viceversa: il biglietto ATM non ha valore sulla Metroferrovia.
Inoltre ATM poco sponsorizza sui suoi canali e sulle mappe l’opportunità che offre la Metroferrovia, pertanto risulta fondamentale una miglior comunicazione di tale fondamentale sinergia, anche nell’ottica di trasporto
multimodale sui cui da tempo si sta investendo.
In una visione di razionalizzazione ed efficientamento del servizio integrato sarebbe consono prevedere una riorganizzazione del servizio bus implementando la presenza di bus/navette che da tutti i borghi collinari
facciano “servizio a pettine” nelle varie stazioni della Metroferrovia, aumentando infatti il numero degli utenti sulla linea ferrata, d’intesa con Trenitalia, sarebbe possibile cadenzare molto meglio gli orari dei treni e dei bus connessi alle relative stazioni, la cittadinanza avrebbe un indubbio vantaggio nei tempi di percorrenza, la città ne beneficerebbe con la diminuzione di auto private in circolazione e Messina si doterebbe di un vero e proprio servizio metropolitano vista la copertura offerta dalla linea ferrata.
In questa visione andrebbe anche ripensato l’attuale Terminal del Tram a Gazzi, risulta infatti necessario prolungare la linea ferrata del cityway di qualche centinaio di metri in modo da creare un nodo di interscambio con la stazione della Metroferrovia “Fiumara Gazzi” così da rendere davvero integrato, efficientemente e metropolitano il servizio di trasporto locale che -lo ricordiamo- è linfa vitale per rendere competitiva e vivibile la nostra città.
In queste nostre proposte vi è il grido d’amore per la nostra città, un amore concreto, fatto di azioni organiche e pragmatiche. Alziamoci tutti le maniche ed amiamo il nostro territorio.
-Comitato per il decentraMEnto