Il feretro, il cuscino ed un cuore di fiori e rose rosse, proprio dietro la foto di Gaetano Alessandro poggiata sul legno che racchiude le sue spoglie terrene. Lunghi applausi e testimonianze hanno poco a poco idealmente crepato quel feretro svelando la luce che da sempre avvolge quello che è stato un uomo “di cuore” e non solo per averne ricevuto uno in dono dal suo donatore, Corrado Lazzara.
Gaetano era certamente presente e avrà anche sorriso a vedere e sentire quel che i suoi amici hanno ricordato. Si sarà un po’ rammaricato per “le questioni in sospeso che hai lasciato” ma con la certezza che la sua famiglia, suo fratello e la sua forte sorella Anna faranno di tutto per continuare quello che è stato il suo impegno. A testimoniarlo la Nazionale di calcio di Donare è vita, schierata come un picchetto d’onore, simboli di come la passione di Gaetano per lo sport, mai abbandonato nonostante il trapianto, sia stato un potente veicolo per la divulgazione della cultura della donazione degli organi. Ne è emblema il Policlinico Universitario di Messina che aveva in prima fila, tra gli altri, l’amico fraterno di Gaetano, Francesco Puliatti, anestesista che gli è stato affianco fino alla fine. Lo testimonia finanche la presenza del Sindaco di Messina, Federico Basile, schierato anche lui con l’assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore, il commissario Giovanni Giardina, lo stendardo del Comune, il lutto cittadino odierno. “Non bisogna mai arrendersi, perché se si chiude una porta se ne aprono due”, diceva Gaetano Alessandro : e oggi anche se con la chiusura della porta della sua vita, Gaetano ne ha aperte più di una. L’importante è continuare.
Ma sarà più lo stesso? No, non sarà più come prima. Gaetano “la camurria“, il “rompiscatole“, quel panzer di vitalità e determinazione, nonostante la sua cagionevole salute, a dispetto del destino, che miracolosamente riusciva a compiere tutto ciò che diceva, non sarà più presente, ma ciò che aiuterà chi ne raccoglie l’eredità spirituale sarà proprio l’esempio che Gaetano ha donato con la sua vita. Gaetano Alessandro, presidente di “Donare è Vita” ha infatti ben sfruttato quei tempi supplementari che il destino, Dio, il caos, o chiunque o qualsiasi cosa lo abbia fatto, gli ha donato. Si è messo a disposizione di tutti, dei più fragili, della sua comunità di Provinciale, della città, ma anche della Regione. Nei suoi tanti incarichi ottenuti anche questi solo grazie al suo grande cuore, questo ragazzo di Provinciale è riuscito a compiere veri e propri miracoli, grandi e piccoli, come quando “entrò in chiesa” come ricorda Don Bartolo della chiesa di Santa Maria di Gesù, “con un grande scatolo di biscotti, trovati chissà come, per metterli a disposizione della comunità”. Aveva sempre la soluzione per tutto, il signor “ci penso io”. Adesso Gaetano lascia un vuoto che si è sentito tutto già da sabato quando la notizia della sua morte cominciò a correre sui social, per telefono, da amico ad amico. Il dolore non sarà però il sentimento che prevarrà: a prevalere sarà la gioia e la simpatia unica ed a volte “grezza” ma diretta della quale sono pieni i ricordi di chi lo ha conosciuto ed inevitabilmente gli ha voluto bene. Lui era lì, in quella chiesa che tanto ha amato. Al suo fianco suo padre Simone e vicino a loro anche Corrado Lazzara, “l’arbitro” che decretò con il suo sacrificio quei tempi supplementari che hanno reso grande Gaetano Alessandro.
Condividi: