“A differenza di quanto dichiara il Sindaco Tania Venuto, non c’è stata alcuna consegna dei locali mensa per la scuola dell’infanzia”. Lo dichiara Lillo Pistone capogruppo dei consiglieri di opposizione del Comune di Spadafora.
Continua così a tenere banco a Spadafora la vicenda legata alla mancata attivazione, ad oggi, del servizio di refezione scolastica per la scuola dell’infanzia.
Spadafora attualmente è l’unico paese facente parte dell’istituto Comprensivo Saponara che rischia di non attivare il servizio mensa scolastica, a differenza di Rometta e di Saponara. Il motivo della mancata attivazione del servizio obbligatorio risiederebbe nel ritardo dell’inizio lavori e della consegna dei locali da adibire a mensa.
L’allarme è stato lanciato da un gruppo di genitori che hanno firmato una petizione che raccoglie 60 famiglie, indirizzata al Sindaco di Spadafora, Tania Venuto, al Provveditore e alla dirigente dell’istituto Comprensivo Emilia Arena. Petizione ricevuta anche dal gruppo di consiglieri d’opposizione che, Lillo Pistone in testa, ha chiesto spiegazioni al Sindaco con un’interrogazione urgente. Il Sindaco Venuto. “La Sindaca evidentemente confonde tra consegna lavori e consegna dei locali. Infatti per la mensa non è stato ancora fatto il collaudo e tutti gli adempimenti previsti per legge, a maggior ragione che si tratta di locali che saranno in uso ad una scuola”. Dice Pistone. “Non ci spieghiamo come la Sindaca possa fare una dichiarazione dire che i locali sono pronti e consegnati quando la stessa dirigente scolastica Emilia Arena la smentisce. E, peggio ancora, scarica sul Provveditorato la colpa dell’inerzia dimostrata per l’ennesima volta da questa amministrazione. Se i lavori fossero stati avviati per tempo oggi non avremmo un servizio mensa che molto probabilmente non partirà e la cui mancanza ha determinato la perdita di due sezioni scolastiche con danno grave alla costante lotta alla dispersione scolastica. La Sindaca dovrà dire come stanno davvero le cose rispondendo alla nostra interrogazione e dare risposte e soluzioni ai 60 genitori firmatari di una petizione che esprime un disagio inaccettabile ” conclude Pistone.
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