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Carcere di Enna: la versione del cappellano “pusher”: “Avvicinato da due uomini con le foto di mio nipote e di mia sorella…”. Il GIP, “indole delinquenziale”

- 17/10/2022
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Il 26 settembre 2022 mi trovavo in vacanza a Palermo ma non ricordo in che zona di Palermo, due uomini in moto con i caschi integrali si sono avvicinati alla mia autovettura e mi hanno bussato nel finestrino dicendomi (l’uomo che stava dietro) devi aiutare un nostro amico in carcere, quando gli ho risposto mentre parlavo, si sono allontanati senza darmi retta”.

E’ quanto si legge nell’ordinanza di convalida dell’arresto del frate francescano, cappellano del carcere di Enna, padre Rosario Buccheri in merito alla vicenda della consegna in carcere a un detenuto di circa 75 grammi di hashish.

Giorno 29 settembre, continua Buccheri, sempre a Palermo, si sono ripresentati altri due uomini in moto sempre con i caschi integrali indossati, senza dirmi niente mi hanno mostrato due fogli di formato A4 con due foto una di mia sorella (…) e l’altra di mio nipote (…) e subito dopo sono andati via. Nei primi giorni di ottobre, non ricordo il giorno, all’interno della mia autovettura parcheggiata a Enna, non ricordo dove, ho visto un involucro di carta, lato passeggero, controllavo il contenuto e mi ritrovavo un candelotto di colore marrone con una miccia collegata di lunghezza di 25 cm circa. Immediatamente me ne sono disfatto buttandolo in un cestino pubblico comunale, ho avuto tanta paura e non ho pensato ad altro che disfarmene senza avvisare nessuno. Ancora, qualche giorno dopo si sono ripresentati due uomini con una moto e i caschi integrali indossati, facendomi cenno di abbassare il finestrino (lato guida) dicendomi devi consegnare una cosa al detenuto (…), gli ho risposto di cosa si trattasse e se ne sono andati via senza aver capito cosa mi hanno risposto. Questa mattina, intorno alle 09.30 mi accorgevo che il porta oggetti sotto il sedile lato passeggero era aperto così ho visto che c’era un pacchettino aperto con del materiale avvolto dal nastro isolante nero, a prima vista sembravano sigarette ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse, ma ho pensato che potesse trattarsi di fumo, dopo di che prelevavo il pacchettino e lo introducevo in Istituto e durante il colloquio all’interno del mio Ufficio con il detenuto (…), glielo consegnavo senza avvisare nessuno per paura di ritorsioni e per proteggere i miei familiari”.

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Il Gip non crede alla versione fornita dal Buccheri e scrive nell’ordinanza di convalida di “indole delinquenziale” con “concreto ed attuale pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede”, sia per le modalità della condotta che per la stessa personalità del cappellano, “peraltro già gravato da un precedente per delitti contro il patrimonio”.

Il Gip desume la sussistenza di “indole delinquenziale” dal “rilevante quantitativo di stupefacente”, e dalle “circostanze di tempo e di luogo in cui è avvenuta la cessione, ossia durante un colloquio intrattenuto, in pieno giorno, col detenuto Rasano Mattia all’interno della Casa Circondariale di Enna, trasformata in autentica “piazza di spaccio”, come correttamente osservato dal pubblico ministero, ad onta della sua naturale vocazione di luogo primariamente deputato al recupero ed al reinserimento sociale dei condannati”.

Padre Buccheri tenta anche di giustificare il ritrovamento nella sua cella in convento di una pistola calibro 38, un fucile a canne mozze, due sciabole e varie somme di denaro, diverse migliaia di euro. Buccheri a tal proposito, si legge,dichiara di aver “ricevuto le armi in regalo da un suo amico”. Le sciabole, invece, le avrebbe comprate lui “quando era un carabiniere”. Al momento in cui gli hanno chiesto di indicare il suo alloggio, però, avrebbe indicato quello di un altro religioso, cercando, verosimilmente, di non far identificare la sua vera stanza. Per quanto riguarda il denaro, infine, avrebbe riferito che quei soldi, in parte, erano riconducibili a elargizioni dei fedeli erogate a lui personalmente; e in parte alla divisione di somme dderivanti dai rapporti economici con i suoi familiari. Tutte tesi che avrebbero convinto il giudice.