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Mister preferenze e la “rivoluzione” a Messina. De Luca ha scardinato la fortezza Genovese

- 11/10/2022
genovese de luca

di Giuseppe Bevacqua

Mister preferenze, così fu definito Luigi Genovese nel 2017 quando fu eletto alla Regione Siciliana con una valanga di voti. Una vera e propria fortezza di preferenze quella dei Genovese, da Francantonio al figlio Luigi, passato da padre in figlio come un’eredità che sembrava inscalfibile. E invece… In un solo colpo, a sorpresa, la macchina elettorale di Cateno De Luca ha dimostrato che anche quel fortino di amicizie, disponibilità economiche e potere, poteva essere scardinato. Lo ha fatto con la forza della goccia e non del maremoto che ha contraddistinto l’ex sindaco di Messina, tanto che qualcuno lo ha definito “catemoto”. Quanto decretato dal riconteggio dei voti, che adesso va ratificato al seggio centrale, val bene una vittoria di principio. Perché nei fatti conferma che De Luca ha davvero cambiato il “sistema Messina” fatto di serbatoi di voti immutabili e che si confermano, in termini quasi di possesso, di elezione in elezione.

Luigi resta fuori dal Parlamento Siciliano, ne resta fuori la famiglia Genovese che adesso dovrà chiedersi perché e come è potuto accadere. Ma è di facile lettura: è l’affermazione di un moto di ribellione e riscatto che da De Luca è stato travasato a molti messinesi che hanno dato un segnale inequivocabile: la politica così com’è e come è stata non ha più senso di esistere.

Ciò che davvero emerge è la prosopopea ormai inconsistente di una politica cittadina fatta dalle segreterie che ha smesso da tempo di scendere in piazza, lontana anni luce dall’economia reale, dalle esigenze vere dei cittadini in un momento in cui le famiglie si sentono sole e inascoltate. Questo grido di dolore, di rabbia, di bisogno di attenzione è stato ascoltato, raccolto e rilanciato, gonfiato e sposato da Cateno De Luca, maestro di strategia della politica come riscatto e, anche perché no, vendetta. Un sistema di protesta che, però, oltre i proclami adesso dovrà dare frutti concreti. Perché chi ha scelto De Luca e i suoi rappresentanti adesso se lo aspetta. E non dare concretezza alle parole, oltre gli slogan anti vecchia politica urlati dalle piazze, significherebbe porsi alla stregua della politica sorda che in molti hanno ripudiato.

De Luca ha un’occasione che val forse più della presidenza alla Regione Siciliana: può essere davvero ago della bilancia, garante e censore dell’attività del governo Schifani, può scegliere di essere propositivo per dare davvero un nuovo corso alla Sicilia, o scegliere di continuare la politica urlata che alla fine può solo stancare e rimanere ancora una volta solo parole. Un’occasione senza precedenti da non sprecare e De Luca lo sa. Ne ha preso coscienza nel momento in cui, dopo l’annuncio della sconfitta, ha ricontato i voti scoprendo, come peraltro si attendeva, che Messina e provincia adesso è la sua roccaforte. Un nuovo fortino da difendere targato De Luca e non più Genovese. Se non è vittoria questa…