Nota stampa di Francesco CAPRIA
In ogni Paese orientato al progresso, la scuola rappresenta il primo investimento strategico. Mai come in Sicilia, un territorio provato da un drammatico calo demografico, la scuola può quindi rappresentare la leva strategica per la crescita culturale e sociale.
Per raggiungere questo grande obiettivo, le questioni da affrontare sono molteplici e sono strettamente connesse alle caratteristiche demografiche, infrastrutturali e culturali di un territorio complesso da gestire, come quello appunto siciliano. Occorre, dunque, partire dal diritto all’istruzione, attraverso un accesso alla formazione che sia reale e garantito a tutti. È necessario anche favorire l’inclusione scolastica, azzerando la dispersione attraverso percorsi innovativi che possano creare facilmente pari opportunità e competitività nel mercato del lavoro. Bisogna, inoltre, garantire risorse finanziarie per consentire l’accesso ai più alti gradi dello studio ai meno abbienti.
Rimanendo in tema di contrasto alla dispersione scolastica, la regione dovrà creare e sviluppare dei progetti educativi e dei laboratori rivolti agli alunni della scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola superiore di secondo grado che si trovano in situazione di fragilità socio-familiare e che presentano difficoltà nella frequenza. È fondamentale che questi percorsi siano facilmente attivabili e non gravati da difficoltà burocratiche. Sulla stessa lunghezza d’onda, sarà altresì necessario ampliare gli sportelli d’ascolto per studenti, genitori e docenti, verificando le ricadute nei percorsi educativi- formativi.
Passando al tema della disabilità, al fine di una corretta inclusione scolastica sarà fondamentale offrire maggiore attenzione agli studenti più fragili e alle loro famiglie, programmando per tempo adeguate misure di sostegno e servizi come l’assistenza alla comunicazione e l’assistenza igienico sanitaria e l’adeguamento delle strutture. Sul tema, la Sicilia dovrà parimenti farsi promotrice verso il governo nazionale di un’azione che miri all’azzeramento dei posti di sostegno in deroga, con la trasformazione dei posti disponibili in organico.
Per favorire la partecipazione scolastica degli alunni è necessario anche ripensare il sistema di trasporto scolastico urbano e extraurbano, affinché si possa garantire l’accesso agli istituti ogni qual volta è necessario e non soltanto ad orari prestabiliti. Occorre altresì che tali servizi non vadano a gravare sulle casse dei comuni.
Relativamente alle zone montane e nelle isole minori, la regione dovrà garantire il diritto all’istruzione e alla continuità didattica anche mettendo in atto deroghe specifiche, ad esempio sul numero di alunni per classe, o sul numero di alunni per istituto, o in relazione alle disposizioni relative ai docenti; ciò al fine di garantire un’istruzione di qualità anche in queste piccole realtà.
Infine, un ultimo importante intervento è quello legato al tempo pieno agli studenti degli istituti primari, per garantire un’offerta formativa di una scuola aperta al territorio, capace di partecipare attivamente alla creazione di comunità educanti. Affinché ciò possa compiutamente realizzarsi, sarò importante prevedere la costituzione di una cabina di regia per favorire il tempo pieno e creare finanziamenti specifici per gli enti locali che si fanno carico di erogare i servizi necessari al funzionamento delle attività.
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