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Proclamato dalle segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Slm Fast Confsal, Orsa Ferrovie e Faisa-Cisal
Venerdì 9 settembre sarà una giornata nera per i trasporti. Le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Slm Fast Confsal, Orsa Ferrovie e Faisa-Cisal hanno proclamato uno sciopero nazionale del personale mobile di Trenitalia dalle 9 alle 17 di venerdì 9 settembre. A incrociare le braccia per 8 ore saranno macchinisti e capitreno, in protesta contro le continue aggressioni al personale dei treni. Come quella di cui è rimasto vittima a inizio agosto un macchinista in servizio su un treno regionale fermo nella stazione di Poggio Rusco, in provincia di Mantova. Accorso per soccorrere una giovane capotreno aggredita e molestata da quattro stranieri, “è stato massacrato di botte”, come ha raccontato lui stesso alla Fit-Cisl dell’Emilia-Romagna, che ha denunciato l’accaduto.
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I CASI DI VIOLENZA
“Sì, siamo noi contro tutti”. Ottavio Fasano, capotreno di Trenitalia Tper a Bologna, racconta la vita di tutti i giorni sui treni regionali. Perché il caso di Poggio Rusco è solo l’ultimo di una lunga serie. Qualche settimana fa un balordo, per vendicarsi di una multa presa per il viaggio senza biglietto, ha sfondato il parabrezza della cabina di guida dove Fasano si trovava insieme al macchinista con una pietra presa dalla massicciata.
Ma il ferroviere racconta anche le disavventure capitate ad altri negli ultimi tempi, come quella del collega buttato giù dal piano superiore di un treno Rock, e poi picchiato, solo per aver chiesto ad viaggiatore di mettere la mascherina (in teoria obbligatoria). “Il problema è ancora più sentito nelle ore notturne, quando la Polfer e le altre forze dell’ordine sono meno presenti”, racconta il capotreno preso a sassate sulla Parma-Suzzara durante la trasmissione “Effetto estate” su Radio 24. “Occorrerebbe creare una maggiore sinergia tra il personale viaggiante e la Polfer e anche aumentare notevolmente l’ausilio della protezione aziendale sui treni segnalati dal personale”.
Bene però la body-cam, la novità che Trenitalia Tper introdurrà in via sperimentale da fine anno: “Potrebbe essere un deterrente per questi barbari, che si approfittano in particolare delle colleghe donne che hanno meno forza fisica per contrastarli”. Barbari che sono “spesso sotto l’effetto di alcol e stupefacenti“, sottolinea il capotreno, che chiede anche il Daspo per chi aggredisce (“Venga segnalato e non possa accedere ai treni per un certo tempo, altrimenti la cosa diventa pericolosa”) e limitazioni degli accessi in stazione a chi ha il biglietto.
Concorda Maria Teresa De Benedictis, segreteria nazionale Filt-Cgil: “Ci deve essere una protezione degli accessi alle stazioni, ma la cosa non è di facile attuazione”, dice, sempre durante la trasmissione di ieri sera su Radio 24. “Servono risolse finanziarie, ma soprattutto umane. Siamo in periodo in cui le aziende di trasporto fanno fatica a trovare autisti per condurre mezzi, figuriamoci i controllori“. L’unica arma in mano ai sindacati sono allora gli scioperi “istantanei”.
“C’è la necessità che le aziende facciano di più rispetto agli organici, individuando squadre a bordo dei mezzi che supportino controllori e capotreni”, dice De Benedictis. “Gli operatori dei trasporti dopo quelli sanitari sono i più colpiti dalle aggressioni – ricorda ancora la sindacalista -, tanto che è diventata una emergenza sociale. Assistiamo quotidianamente ad aggressioni al personale”.
Accorre per soccorrere una giovane capotreno aggredita e molestata da quattro stranieri, probabilmente maghrebini, “e viene massacrato di botte”. È accaduto martedì 9 agosto, intorno alle 14.30, ai danni di un macchinista in servizio su un treno regionale fermo nella stazione di Poggio Rusco, in provincia di Mantova. E proprio il macchinista ha raccontato il fattaccio alla Fit-Cisl dell’Emilia-Romagna che denuncia l’accaduto con una nota parlando di “vera emergenza” sicurezza sui treni. E’ andata così, spiega il sindacato: la giovane capotreno, si accorge di alcune “situazioni anomale” nelle carrozze: continua accensione e spegnimento dell’aria condizionata, apertura dei finestrini bloccati, e così via. Potevano essere causate solo da qualcuno in possesso della chiave tripla in possesso solo del personale delle ferrovie, e così ha deciso di effettuare dei controlli” notando quattro giovani nordafricani armeggiare con una chiave tripla. “Con calma e pazienza”, sottolinea la Cisl, la giovane dipendente di Tper Trenitalia “ha cercato di dissuadere i malintenzionati, spiegando la pericolosità di quegli atti, ma purtroppo le uniche risposte sono state ingiurie e palpeggiamenti”.
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IL MACCHINISTA È STATO ATTIRATO DALLE URLA DELLA COLLEGA, CHE ERA “ACCERCHIATA E DERISA”
Attirato “dalle urla della ragazza, accerchiata e derisa dai quattro stranieri”, il macchinista è uscito dalla vicina cabina di guida per aiutarla, ma “è stato massacrato di calci e pugni, con uno dei quattro aggressori che si è introdotto persino nella stessa cabina per cercare di rubargli il cellulare“. Dalle informazioni successive, e dalla denuncia agli atti, sembrerebbe che una chiave tripla identica fosse stata sottratta poche ore prima a Milano.
LA BODY CAM
Sempre più aggressioni sui treni, ad opera di balordi pronti a menare le mani. Ed ecco l’idea di dotare i capitreno di body-cam, videocamere speciali da attivare in condizioni di pericolo per documentare i fatti e, sperabilmente, fare da deterrente nei confronti dei malintenzionati. In realtà è già ben più che un’idea: Trenitalia Tper, la società che gestisce i treni regionali in Emilia-Romagna, avvierà la sperimentazione entro l’anno.
SEMPRE PIU’ “OCCHI” A BORDO DEI TRENI
In pratica i capitreno che lo vorranno indosseranno d’ora in poi specifiche telecamere anti-aggressione. Una sorta di GoPro da attivare “in presenza di una situazione potenzialmente pericolosa”, come spiega l’azienda. Un interruttore e il gioco è fatto: una lucetta rossa segnalerà l’accensione della body-cam, che registrerà tutto per fornire poi eventualmente alla polizia ferroviaria i filmati dell’aggressione. Già oggi i treni più nuovi, i modelli Rock e Pop in servizio sulle linee dell’Emilia-Romagna, hanno videocamere installate un po’ ovunque a bordo, con riprese “live” visibili a bordo in tempo reale: un deterrente però spesso non sufficiente a scongiurare violenze verbali o fisiche.