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Meloni, “Se vince FdI non vedo come Colle non mi indichi Premier. Basta governi tecnici. Se cercano di screditarmi è solo per disperazione”

- 27/08/2022
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Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di Fdi non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa rispetto alla mia indicazione” a premier.

Giorgia Meloni mostra di non avere dubbi e, dal palco della kermesse di Affari Italiani, ribadisce la convinzione che sia ora di chiudere ai governi guidati dai tecnici.

“L’anomalia non sarei io, ma lo è stata Monti”, dice rilanciando anche la riforma del presidenzialismo sulla quale promette di essere disponibile a “discutere con tutti”.

E’ dunque “pronta” a guidare l’Italia, assicura, pur nella consapevolezza che sia un compito da “far tremare i polsi”. E da non farla riuscire “a dormire”, racconta. Liberare le “energie”, puntare sul “merito” – sostiene – è il suo obiettivo. Invece, è il suo ragionamento, il centrosinistra è sensibile al richiamo delle “amicizie”. E non solo.

Diventa “difficile – è la tesi della leader di Fratelli d’Italia – parlare di contenuti: si inventano di tutto per screditarci, mistificare e gettare fango. L’unico argomento della sinistra è dire che Meloni è un mostro. Ma mi rendo conto che è un fatto di disperazione”. Letta, attacca, è “disposto a camminare sulle macerie pur di governare” e non teme di “screditare l’Italia”. Così come ha fatto, ribadisce, il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico Luigi Di Maio, sostenendo che nel caso di vittoria del centrodestra in Italia si scatenerebbe “una guerra economica” e accusando la coalizione avversaria di essere “sfasciaconti”.

Mai, rimarca il concetto, “mai avrei parlato male sulla stampa straniera della mia nazione, ne posso parlare malissimo ma lo faccio a casa mia”. Prima di salire sul palco a Ceglie Messapica Meloni già aveva risposto alle parole di Di Maio: “Credo che un ministro pagato dai cittadini per screditare e rendere debole la propria nazione agli occhi degli Stati esteri, soprattutto in una fase delicata come questa, sia semplicemente indegno. Il tutto – aggiunge Meloni – solo per attaccare e diffondere menzogne contro i suoi avversari politici”. La reazione arriva all’indomani della sua intervista a Reuters in cui la leader di FdI e possibile candidata alla Presidenza del Consiglio aveva lanciato messaggi molto rassicuranti a Bruxelles proprio sul punto della responsabilità, garantendo massima serietà nella tutela dei conti pubblici di un suo ipotetico governo. Tema cruciale, su cui verte appunto la critica del titolare della Farnesina.

Anche Silvio Berlusconi attacca la sinistra sul tema dell’economia, in particolare sul fisco: “Questi signori sono al di là del bene e del male: entrare in campagna elettorale annunciando una patrimoniale è esattamente il contrario di quello di cui ha bisogno l’Italia”.

Matteo Salvini – con cui il leader di impegno Civico si dice di nuovo pronto al confronto diretto, dopo il meme di sfida lanciato sui social tra un Di Maio-Rocky e un Salvini Ivan-Drago – invece, preferisce usare i toni dell’ironia sul web per criticare il Pd: prendendo in giro i manifesti in rosso e nero dei dem, su twitter, posta un facsimile del manifesto lanciato da Letta, diviso stavolta tra la scritta ‘Torno in Francia’ su sfondo nero, e accanto la frase ‘Resto in Italia’. Su un altro tema chiave, come il caro energia, Meloni mostra di avere le idee chiare: “Propongo una cosa per cui non serve lo scostamento. Parametriamo le bollette di quest’anno su quelle dell’anno scorso e tagliamo tutti gli oneri allo Stato. Lo Stato non ci può guadagnare sul caro bollette. Pronta ad approvarla lunedì: può tagliare il costo delle bollette del 30%”, scandisce nel corso dell’intervista.

ANSA