“Gli elementi che si traggono dal fascicolo del pubblico ministero ad avviso del giudice smentiscono la tesi suicidiaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mani rimaste ignote e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio….e per queste ragioni che ad avviso dello scrivente pur essendo rintracciabile dal fascicolo del pubblico ministero numerosi segmenti probatori che depongono per la tesi omicidiaria sostenuta dagli opponenti, la distanza di tempo dai fatti da cui si procede ha di fatto pregiudicato la possibilità di svolgere delle indagini che avrebbero potuto consentire di individuare gli autori dell’ipotizzato omicidio, per tale motivo ha disposto l’archiviazione del fascicolo”.
E’ uno stralcio della motivazione con cui il gip di Palermo Nicola Aiello ha archiviato l’inchiesta sul decesso di Mario Biondo, cameraman trovato morto nella sua casa di Madrid 9 anni fa.
Pur chiudendo il caso il giudice stabilisce, però, che non si trattò di suicidio, bensì di omicidio come rende noto la madre della vittima, Santina Biondo.
La famiglia del cameraman, sposato con una nota giornalista spagnola, si batte da anni per avere la verità sul decesso del figlio trovato impiccato alla libreria con una pashmina legata al collo.
“Risulta, in primo luogo, singolare – scrive ancora la Procura – che un gesto di autolesionismo non sia stato preceduto da manifestazione di intenti suicidiari, né sia risultato corredato, dal ritrovamento di manoscritti contenenti le ultime volontà del presunto suicida”.
“Risulta quanto meno sorprendente l’assenza di attività di investigazione tecnica (intercettazioni di conversazioni tra presenti e telefoniche) che, se tempestivamente disposta nell’immediatezza del ritrovamento del cadavere di Biondo, avrebbe potuto consentire di acquisire elementi di estrema rilevanza investigativa, resi inconsapevolmente dalla moglie di Biondo e dai soggetti a quest’ultima legati da rapporti amicali o parentali”.
“Le dichiarazioni rese dalla vedova Rachel Sanchez Silva presentano innumerevoli punti critici e sono dense di contraddizioni e di indici rivelatori di mendacio che avrebbero dovuto indurre gli inquirenti spagnoli a un più accurato approfondimento investigativo”.
“Non può non rilevarsi che il comportamento della moglie di Mario Biondo e della sua cerchia familiare e amicale presentava indici sintomatici di sospetto, poiché le relative deposizioni testimoniali si presentano ricche di contraddizioni e reticenze, sulla notte del decesso, sui giorni precedenti e sui conflitti tra i coniugi”.
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