Valentina Laura Giunta è stata uccisa dal figlio quattordicenne “con un’arma da punta e taglio al collo, al fianco e alla spalla sinistra che le cagionava la lesione di grossi vasi sanguigni con shock emorragico, che ne determinava la morte”, come ha scritto il medico legale dopo il primo esame autoptico esterno del corpo della donna. Sulla dinamica adesso sono pochi i dubbi dopo la confessione choc del figlio della vittima che ha raccontato in questura tutto ciò che è accaduto e ha fatto ritrovare i vestiti sporchi di sangue con i quali ha commesso il delitto. E’ così che la gip Maria Agata Russo ha convalidato il fermo disposto dalla procuratrice della Procura dei Minorenni, Carla Santocono.
“Il provvedimento – si legge nella nota della procuratrice Carla Santocono – è stato emesso a seguito dell’udienza di convalida durante la quale il minore, poco più che quattordicenne, ha confermato le dichiarazioni confessorie già rilasciate al Pm minorile nel pomeriggio dello scorso 26 luglio». “Gravissimi gli elementi indiziari che erano emersi a suo carico acquisiti nel corso delle indagini avviate immediatamente dalla squadra mobile di Catania», si sottolinea nel comunicato, che ricostruivano come l’omicidio «fosse maturato in ambito familiare».
Il giovane si era reso irreperibile nell’immediatezza ma è stato rintracciato già nelle prime ore della mattinata del 26 luglio e già nell’immediatezza aveva ammesso le sue responsabilità, confessando l’omicidio della madre.
“L’ordinanza del Gip – si legge nella nota della procuratrice Santocono – cristallizza la ricostruzione della condotta materiale del giovane che, negli ultimi mesi viveva con la nonna paterna essendosi determinato a lasciare la casa della madre nonostante la stessa avesse mantenuto un atteggiamento protettivo verso il figlio, a fronte delle ostilità alimentate dalla famiglia del padre, detenuto da tempo per gravi reati, anche contro la persona”.
Il padre del ragazzo è da tempo detenuto per gravi reati, anche contro la persona. Un rapporto quello tra padre e figlio molto forte. Il giovane descriveva il padre come “un leone” sui social. Particolarmente “ostile” invece quello tra la madre del giovane e la famiglia del marito, caratterizzato dalla condanna senza appello per la sua separazione con cui aveva avuto una lunga convivenza e due figli, di cui il più piccolo di dieci anni e che vive con i nonni paterni.
Il giorno del delitto Valentina si era recata presso la casa di via Di Giacomo che aveva venduto per chiudere gli ultimi pacchi in attesa del trasloco ed è qui che il figlio più grande l’ha affrontata. Un litigio che però si è concluso tragicamente. Poi la chiamata al 112 intorno alle 23. E’ stata la sorella di Valentina a trovarla ed a chiamare i Carabinieri. Il figlio matricida era nascosto presso una famiglia vicina, dove gli agenti lo hanno trovato e portato davanti al magistrato.
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