Nota stampa Coalizione Civica per Messina
Intervenendo a sostegno di Franco De Domenico e del centrosinistra, l’on. Boccia, già ministro per gli Affari regionali nel Governo Conte-2, ha spiegato che Messina è l’unica città metropolitana a non aver fatto nulla per utilizzare le risorse del PNRR, perché De Luca ha perso tempo con le dirette Facebook anziché fare il sindaco quando lo era.
De Luca ha replicato di aver «speso un sacco di soldi» e di aver «ho avviato un sacco di progetti», mettendosi sul petto medaglie non sue. I soldi che ha speso li aveva ricevuti in eredità dall’Amministrazione precedente, cioè quella di Renato Accorinti, così come i progetti sui quali ha rendicontato. I 39 milioni per aiuti a imprese e famiglie per il covid erano fondi europei inutilizzati. L’Ue, infatti, di fronte alla gravità della pandemia, concedeva «la possibilità di mobilitare tutto il sostegno INUTILIZZATO dei fondi». Quindi, l’ennesima bugia. Ed è di pessimo gusto che risorse rimaste in cassa per incapacità di spesa diventino strumento di campagna elettorale: soldi non suoi, riusati per indicazione dell’Ue
Ma fatto ancora più importante, circa l’accusa di avere lasciato Messina indietro a tutti sul PNRR, non risponde, ancora una volta scappa. De Luca peggio di Schettino. De Luca ha abbandonato la nave quando la nave aveva più bisogno di essere governata, temendo, a ragione, schianti sul riequilibrio su cui aveva raccontato una montagna di bugie.
Il PNRR imponeva scadenze ai Comuni per presentare progetti, ad esempio per: “Rigenerazione urbana” (30 aprile), “Infrastrutture sociali per aree interne” (16 maggio), “Forestazione urbana per Città Metropolitane” (30 Maggio), “Asili nido regioni del sud” (31 maggio), “Innovazione digitale – migrazione cloud” (22 luglio), “Servizi digitali” (2 settembre). Nel momento in cui arrivano fondi preziosi cosa farebbe un sindaco che ha a cuore l’interesse della sua città? Creerebbe una task-force operativa dedicata solo al PNRR, si concentrerebbe nell’ultimo anno e mezzo di mandato per garantire alla città risorse, occupazione, sviluppo, penserebbe solo a questo per il bene di Messina, dei messinesi e dell’intera comunità metropolitana.
Cosa ha fatto invece De Luca? Ha calpestato gli interessi della città, abbandonandola a metà febbraio sull’orlo del dissesto per i suoi interessi politici, sapendo che i mesi persi sono un danno per Messina, perché i fondi non spesi verranno destinati alle città più virtuose. Ciliegina sulla torta di questo disastro amministrativo: ha proposto come sindaco un candidato inesistente: Federico Basile, che, su tutti i temi della città, tace. Evidentemente non sa che dire.
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