E’ arrivata a Palazzo dei Normanni la legge di stabilità. Il testo di 24 articoli è già all’esame degli uffici dell’Ars.
Secondo regolamento deve essere trasmesso alle commissioni di merito e poi alla Bilancio prima di arrivare in aula, giorno previsto il 28 aprile, come stabilito dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè nell’ultima seduta d’aula. Considerando i tempi strettissimi (la manovra va approvata entro il 30 aprile), a Palazzo circola voce che la manovra potrebbe arrivare direttamente in aula, bypassando le commissioni ma il deputato del Pd, Antonello Cracolici, lo esclude in modo categorico: “Non è possibile, va assegnata alla Bilancio e alle commissioni per i pareri di merito”.
Il testo di 24 articoli è accompagnato da una relazione di 53 pagine. Dei 975 mln, la quota maggiore pari a 714 milioni e riferibile alle minori entrate, è oggetto di una trattativa tra la Regione e lo Stato, cominciata proprio oggi.
«La Regione non può coprire le minori entrate con indebitamento o creando deficit. Sicché di fronte alle minori entrate accertate si potrà realizzare spesa soltanto a seguito del riconoscimento statale di quanto computato, con la conseguenza di dover provvedere al congelamento proporzionale di spesa sino al sopraggiungere della richiamata autorizzazione legislativa», si legge nella relazione.
A queste risorse si aggiungono i 211 milioni di euro che si liberano a seguito del dimezzamento dell’onere decennale di ripianamento del disavanzo regionale e che sono stati già individuati con schema di norma di attuazione condivisa dall’Assemblea, già approvata dalla Commissione paritetica e dotata dei pareri del Mef e del Dipartimento per gli Affari regionali, già trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri. “Al fine di mitigare gli effetti economici e finanziari della pandemia ancora non esauritisi, analogamente a quanto avvenuto per il 2021 in analoghe condizioni, si è così previsto per il 2022 – prosegue la relazione – il differimento della quota di recupero del disavanzo che la Regione è tenuta ad assicurare, così come rideterminata a seguito della recente deliberazione di parificazione del rendiconto generale per l’esercizio 2019, in modo da consentire alla Regione di assicurare per tale esercizio 2022 le risorse finanziarie per garantire i livelli di prestazioni e servizi adeguati, riprendendo il percorso di recupero del disavanzo a decorrere dal 2023».
«Infine per quanto concerne il cofinanziamento sulle quote annuali di PO-Fesr e Fse si è ritenuto, in linea con quanto già ottenuto dalla Regione Campania, di chiedere al Dipartimento per il Sud e la Coesione di proporre al Cipess la possibilità di utilizzare all’uopo le risorse del Piano sviluppo e coesione – si legge ancora – In considerazione che queste risorse, pur se di pertinenza regionale, sono pienamente utilizzabili soltanto a seguito dell’adozione degli atti formali si ricorrerà anche in questo caso a proporzionale congelamento di spesa che potrà essere attivata una volta intervenuti detti atti dì competenza dello Stato».