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Comune Spadafora – L’opposizione in Consiglio si dissocia con un manifesto dal Piano di Riequilibrio “lacrime e sangue”. E ribatte al Sindaco

- 05/04/2022
manifesto spadafora

La minoranza in Consiglio comunale, rappresentata dal consigliere Lillo Pistone, affida ad un manifesto la propria disapprovazione. I fatti contestati e che hanno portato al gesto eclatante di abbandonare l’aula virtuale dell’ultimo consiglio svoltosi on line, sono quelli relativi alle modalità con le quali il Sindaco di Spadafora, Tania Venuto, e la sua amministrazione hanno ritenuto elaborare il Piano di riequilibrio. Un piano elaborato senza che l’amministrazione stessa abbia mantenuto la promessa collaborazione ed il coinvolgimento pieno dei consiglieri di opposizione. Circostanza richiesta a gran voce dall’opposizione nell’interesse di tutti i cittadini. E’ così che i consiglieri Lillo Pistone, Andrea Giacobbo e Pinella Giacobbo hanno ritenuto doveroso comunicare alla cittadinanza le motivazioni che li hanno indotti a dissociarsi dal piano di riequilibrio che ha disposto l’innalzamento di tutte le tariffe dei servizi al cittadino e molto altro.

IL “SOLILOQUIO” DEL SINDACO VENUTO DOPO L’ABBANDONO DELL’AULA DA PARTE DELL’OPPOSIZIONE

Ma il fatto sul quale i consiglieri di opposizione intendono porre l’accento e fortemente replicare, è quello relativo al definito “soliloquio” con il quale il sindaco Venuto durante l’ultimo consiglio comunale ha ritenuto di stigmatizzare la presa di posizione dell’opposizione ma solo dopo che i consiglieri non erano più on line e non potevano risponderle.

Un soliloquio, una critica senza possibilità di risposta, quella del sindaco Venuto che non ha avuto il coraggio di proferirla mentre eravamo presenti affinché potessimo rispondere alle sue accuse inesistenti” dichiara il consigliere Lillo Pistone. “Il sindaco Venuto ha dichiarato in nostra assenza che ai consiglieri di opposizione non interesserebbe il futuro di Spadafora e l’interesse dei cittadini e che, addirittura, avremmo voluto il dissesto per l’ente. E’ proprio per garantire gli interessi degli spadaforesi che abbiamo protestato e abbandonato l’aula! Avremmo voluto, infatti, che la Sindaca Venuto avesse mantenuto la promessa fatta a noi ed alla città di coinvolgerci nella stesura di un piano di riequilibrio che sarebbe stato sicuramente meno oneroso e meno gravoso per i cittadini. Invece il piano la Venuto e la sua giunta hanno ritenuto di doverselo confezionare in solitaria nelle stanze della maggioranza e proporlo a questa minoranza come un fatto già scontato e pronto. E’ inaccettabile! Così come è inaccettabile che si possa dichiarare che questa minoranza non ha a cuore il futuro dei lavoratori del Comune di Spadafora perché in caso di dissesto sarebbero rimasti senza lavoro. E’ vero semmai il contrario: è il sindaco e la sua Giunta che sarebbero rimasti senza incarico! Così come, invece, è vero che il debito di oltre 3 milioni di euro a cui è pervenuto l’Ente comunale ha una paternità precisa e nomi chiari e conosciuti: quelli delle amministrazioni di cui la Venuto è stata dapprima vice sindaco ed oggi sindaco” conclude Pistone.

IL TESTO DEL MANIFESTO

“15 ANNI DI LACRIME E SANGUE PER GLI SPADAFORESI… PER UN DEBITO CHE HA RESPONSABILI BEN PRECISI

Proprio così, amici spadaforesi! E’ quanto ci attende per i prossimi 15 anni. E’ quanto ha stabilito l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Tania Venuto.

E’ quanto prevede il LORO Piano di Riequilibrio al quale non è stato concesso a questa minoranza consiliare partecipare nella sua stesura. Nonostante il gruppo di Rinasce Spadafora sia espressione della metà del totale della cittadinanza, meno circa 30 voti, come emerso dal conteggio dei voti delle ultime amministrative. Eppure il Piano di Riequilibrio la maggioranza, come se lo è scritto, se lo è anche votato stabilendo che gli spadaforesi per i prossimi 15 anni dovranno fa fronte all’aumento di tutte le tariffe per i servizi comunali al cittadino. Un esempio su tutti: i terreni agricoli pagheranno la stessa imposta dovuta dai terreni fabbricabili!

Il Piano di riequilibrio servirà a colmare e ripianare in 15 anni un debito di amministrazione dell’Ente Comunale che non ha una storia poi molto lunga. Una storia che ha responsabilità precise ed ha anche nomi e cognomi! Basti pensare che nel 2017 il debito del Comune era di 1 milione e 374 mila e 91 centesimi. Era al governo l’amministrazione Pappalardo – Venuto. Ebbene in soli 5 anni, da Pappalardo a Venuto, il debito si è più che RADDOPPIATO, diventando oggi, nel Piano di Riequilibrio, pari a ben 3,320,696,46 euro!

Questo debito che ha, quindi, una paternità precisa, la stessa di chi oggi chiede sacrifici ai cittadini, si è determinato perché l’amministrazione Pappalardo e poi quella Venuto ha continuato ad accendere prestiti su prestiti per provvedere alla mancanza di liquidità dell’Ente, per un totale di 2,300,000,00 euro. Debiti a cui non sono corrisposti atti di sana gestione: l’amministrazione comunale ha infatti continuato ad affidare incarichi a titolo oneroso ad esperti e a ditte esterne, finanche a non provvedere a presentare le dovute dichiarazioni IVA ed IRAP.

Questo Comune amministrato prima da Pippo Pappalardo con vice sindaco Tania Venuto ed oggi dalla stessa Venuto non ha neanche provveduto a cercare di ripianare le morosità dei contribuenti non virtuosi che oggi rappresenta il 60% del totale gettito dovuto dai cittadini al Comune per servizi!

Così per colpa di pochi, tra i quali ribadiamo ci sono anche gli attuali amministratori, pagheranno, come al solito, tutti i cittadini! Toccherà a VOI spadaforesi ripianare in ben 15 anni i debiti contratti da loro, sostenendo l’aumento dell’addizionale IRPEF, per la quale è stata anche ridotta la soglia di esenzione ad 8.000 euro, l’aumento dell’IMU per la prima abitazione, le imposte comunali e tariffarie che saranno ai massimi storici per Spadafora! Conseguentemente si ridurranno i servizi al cittadino, a cominciare dal taglio per tutte le attività ricreative, sportive, culturali, turistiche…

Un PESO GRANDE che è stato a voi consegnato ed al quale ci siamo opposti perché nulla ci è stato consentito di fare per evitarlo, ridurlo, ragionarlo. E senza che gli spadaforesi abbiano colpa per DEBITI NON CONTRATTI CERTO DA VOI!”