Volodymyr Zelensky si collega con la Knesset ed evoca la “soluzione finale” usata dai nazisti contro il popolo ebraico paragonandola a quanto sta accedendo in Ucraina. “La nostra gente ora vaga per il mondo, alla ricerca di un posto proprio come voi una volta. Questa è una guerra totale e ingiustificata che ha lo scopo di distruggere la nostra nazione, le nostre città, la nostra cultura, i nostri figli”, dice ancora chiedendo a Israele armi e l’imposizione di sanzioni contro Mosca. Nella parte iniziale del suo discorso il numero uno di Kiev aveva citato anche Golda Meir. “Vogliamo vivere ma i nostri vicini vogliono vederci morti”, le sue parole.
L’intervento di Zelensky però scatena diverse critiche. Il ministro delle Comunicazioni israeliano, Yoaz Hendel, fa infatti sapere che pur “apprezzando il presidente dell’Ucraina e sostenendo il suo popolo con il cuore e con i fatti” è “impossibile” riscrivere la storia dell’Olocausto. “La guerra è terribile – dichiara – ma il paragone con gli orrori dell’Olocausto e la ‘soluzione finale’ sono oltraggiosi”.
Lo stato ebraico continua a mantenere la sua posizione terza cercando di fare da paciere fra i due contendenti. E anche Pechino, per l’ennesima volta, torna a smentire un suo silente supporto nei confronti di Mosca. “C’è disinformazione sul fatto che la Cina stia fornendo assistenza militare alla Russia – dichiara in un’intervista alla Cbs l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Qin Gang – inviamo cibo, medicine, sacchi a pelo e non forniamo armi o munizioni a nessuno. Siamo contro la guerra e faremo di tutto per ridurre l’escalation della crisi”. Nel frattempo Joe Biden prepara il suo viaggio in Europa in programma nei prossimi giorni. “Ma non ci sono piani per visitare l’Ucraina”, precisa la Casa Bianca. Allo stesso tempo Washington fa sapere che, qualora l’idea di una missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Ucraina dovesse diventare realtà, comunque gli Usa non vi prenderanno parte. “Non schiereremo truppe americane”, la netta posizione americana.
Sul campo intanto continuano a cadere le bombe e la situazione per il popolo ucraino si fa sempre più difficile. La vicepremier di Kiev Olha Stefanishyna, ha affermato che la Russia sta commettendo un “genocidio” denunciando le atrocità commesse dai soldati di Mosca contro le donne ucraine. Ci sono “storie orribili” su donne “che sono state violentate per ore e poi uccise”, ha detto. Il consiglio comunale di Mariupol, invece, ha reso noto che le truppe russe hanno bombardato una scuola nella città assediata, dove si erano rifugiate 400 persone. I russi stanno alzando il livello dello scontro con una nuova arma, il missile ipersonico Kinzhal, in grado di colpire bersagli a 2mila chilometri di distanza a una velocità dieci volte superiore a quella del suono. Domani, infine, riprendono i colloqui in modalità online. Si attendono sviluppi dopo che la Turchia ha parlato di un “avvicinamento” sulle questioni cruciali.
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