113 views 4 min 0 Comment

Riforma processo civile: sì al cambiamento ma con più risorse. Potenziare le conciliazioni

- 11/03/2022
IMG 7693 voce di Sicilia
Esperti da Roma, Pisa, Bologna e Firenze per fare il punto sulle novità processuali: dai giudizi di impugnazione al primo grado, al diritto di famiglia al potenziamento delle “conciliazioni”

MESSINA (11 mar) – È assolutamente necessaria la riforma del processo civile voluta dalla legge delega 216 dello scorso 26 novembre, che nei prossimi mesi potrebbe trasformare giudizi di impugnazione, giudizio di primo grado e processo in materia di famiglia e introdurre specifiche modifiche e rimodulazioni degli iter giudiziari, ma servono maggiori risorse finanziarie per il comparto che dovrebbero riguardare sia gli organici, in particolare gli amministrativi, sia l’organizzazione degli uffici; con un forte potenziamento delle cosiddette “media conciliazioni” al fine di non ingolfare il sistema. Sono alcune delle istanze emerse nel corso “La riforma del processo civile”, oggi pomeriggio nell’aula magna della Corte d’Appello di Messina.

IMG 7688 voce di Sicilia

L’evento, promosso dall’Ordine degli avvocati di Messina insieme con l’Università, col patrocinio del Consiglio nazionale forense, dell’Organismo nazionale forense e di Giuffrè Francis Lefebvre, ha voluto affrontare il punto di vista degli avvocati con considerazioni e proposte concrete per rendere gli aggiornamenti più utili ed efficaci grazie ad confronto con illustri accademici. A curare il programma la docente UniMe Giorgetta Basilico e il delegato Formazione COA Messina e docente UniMe Antonio Cappuccio che hanno coinvolto circa 500 partecipanti, la gran parte connessi in streaming. Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Ordine Domenico Santoro, che ha dato il benvenuto agli iscritti e agli ospiti di altre città collegati da remoto, il presidente ff della Corte d’Appello di Messina Sebastiano Neri e il rettore Salvatore Cuzzocrea hanno entrambi sottolineato la necessità del cambiamento della giustizia civile dunque di riflettere su ciò che realmente non funziona; poi l’intervento del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Francesco Astone, che ha dato appuntamento nel prossimo ottobre per fare un primo bilancio delle modifiche al processo civile, e della presidentessa CNF Maria Masi, la quale ha ribadito che ogni modifica va accompagnata da un serio e rinnovato assetto degli uffici unito a maggiori investimenti in risorse umane e non solo.

IMG 7705 voce di Sicilia

Subito dopo il coordinatore Organismo Congressuale Forense Giovanni Malinconico, che ha ricordato il dialogo aperto nei tavoli del Ministero nei quali l’avvocatura è presente per dare voce alle richieste del mondo professionale. Ad introdurre i relatori la docente Giorgetta Basilico, la quale ha evidenziato una soddisfazione generale nei confronti della ventura riforma, che però va rivista in taluni punti; ha poi approfondito la novità del potenziamento delle conciliazioni che vanno integrate con un’operazione culturale, graduale e ad ampio spettro, in grado di coinvolgere la società, a cominciare dalle scuole, con l’obiettivo di fare accettare il concetto di mediazione agli utenti del sistema giudiziario di oggi e di domani. A seguire le relazioni del presidente della Commissione per l’elaborazione di proposte di interventi in materia di processo civile e di strumento alternativi Francesco Paolo Luiso, dell’Università di Pisa – Foro di Lucca, che si è concentrato sulla legge di riforma; dei componenti della medesima Commissione, Paolo Biavati dell’Università di Bologna – Foro di Bologna, con un focus sui giudizi di impugnazione, e Antonio Carratta dell’Università di Roma Tre – Foro di Roma, con l’analisi del giudizio di primo grado e del processo in materia di famiglia. Infine, il punto di vista degli avvocati, affidato agli interventi del delegato dell’Organismo Congressuale Forense per il Distretto di Firenze – Foro di Firenze, Sergio Paparo, e del componente CNF – Foro di Patti Francesco Pizzuto. La relazione di sintesi è stata curata dal docente dell’UniMe Marco Gradi.