Le decisioni più importanti si prendono a pranzo. E’ una delle regole non scritte della diplomazia, ma vale eccome anche in politica. Ed è così che il pranzo di lunedì scorso di Miccichè e Luigi Genovese, a Messina, se da un lato ha riacceso i riflettori su Matilde Siracusano come papabile candidata a Sindaca della città dello Stretto, dall’altro ha suscitato il “disagio” in Tommaso Calderone, Forza Italia. Questo sentimento di malessere si desume da un post sui social di Tommaso Calderone, pubblicato nell’immediatezza della notizia dell’incontro a Messina tra Genovese e Micciché. “Non mi appassionano i ‘rientri’. Non mi appassionano le ‘porte girevoli’. Dipendesse da me chi è uscito da Forza Italia non lo farei rientrare mai più. Mai più. E ci sarà sempre la mia opposizione. Immutabile. Chi tradisce una volta, tradisce sempre”, così Calderone su Facebook.
Ma il post diventa preso un botta e risposta tra Calderone e Genovese. Alle frasi di Calderone, infatti, segue poco dopo un post di Luigi Genovese, che non le manda a dire: “Lunedì scorso il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciché, ha pranzato a casa mia. Abbiamo trascorso qualche ora insieme, un confronto voluto dall’amico Gianfranco per analizzare insieme lo scenario politico ad ogni livello, non di certo per discutere di seggi, cambi di casacca e di politica con la “p” minuscola. Non è la prima volta, non sarà l’ultima volta. A chi ha la memoria corta, mi preme ricordare che Gianfranco Micciché, nell’autunno del 2017, era sul palco in cui ho aperto la mia campagna elettorale per le Regionali. Sottolineo anche un altro aspetto: la mia uscita da Forza Italia, nel 2019, e la successiva creazione del gruppo parlamentare Ora Sicilia, hanno sancito l’interruzione di un percorso politico condiviso ma non la fine di un rapporto personale che c’era, c’è e continuerà ad esserci. Ed è normale che sia così, perché nella mia visione – ed evidentemente in quella del presidente Micciché – le persone e il rispetto tra le persone hanno la priorità sulle bandiere di partito. Detto questo, apprendo sempre dall’articolo in questione che ci sarebbe una qualche associazione tra il pranzo di lunedì e il post – che francamente mi era sfuggito – pubblicato su Facebook da un deputato regionale che fa vaghi cenni a possibili rientri, porte girevoli e tradimenti. Beh, io ritengo che in quel post non ci sia alcun riferimento al sottoscritto e che questa sia un’interpretazione ai limiti della fantasia giornalistica. Voglio crederlo. Perché mi piace sempre volare alto. Eventualmente, stia tranquillo”.
Ma tornando al pranzo tra Genovese e Miccichè, sembra che si sia discusso sulla concreta possibilità di rilancio in corsa quale candidata alla poltrona di prima cittadina per la deputata Matilde Siracusano. Una candidatura che spiazza quella che solo poche ore prima qualche testata aveva dato addirittura come certa. Parliamo di Maurizio Croce che, lanciato come candidato certo, dopo poche ore tale certezza è svanita per intravedersi dietro l’iniziativa personale di Beppe Picciolo, non largamente condivisa, evidentemente, da Lega e Fratelli D’Italia.
Di certo c’è che il tempo stringe e nessuno degli schieramenti politici ha ancora delineato le candidature per la città. Tutti ancora in forse, tranne uno. Ma quella, come dice Calenda in visita a Messina, è un’altra storia…