“Le assunzioni all’Ast le decideva la politica”. Così scrive il gip Marco Gaeta nell’ordinanza che ha disposto le misure cautelari in data odierna nei confronti dei dirigenti dell’Ast, l’Azienda Siciliana Trasporti. “Il rapporto tra la società interinale (e l’AST, ndr) è pesantemente condizionata da logiche clientelari e da pressioni politiche”.
Il “contatto” sarebbero secondo Fiduccia, “Miccichè o u prisirienti ra Regione…iddi sunnu”, afferma il presidente di AST oggi ai domiciliari, in un’intercettazione rilevata in una stanza dove lui stesso credeva “pulita”.
“Dalì non c’entra niente”, chiede un dipendente di AST al presidente nell’intercettazione e Fiduccia risponde che Dalì (vicepresidente del consiglio di amministrazione di Ast) è “con Micciché”.
L’avvocato Giuseppe Terrano, dipendente Ast che ha presentato varie denunce, in audizione aveva fornito un elenco di dipendenti che sarebbero stati assunti con il sostegno di noti esponenti politici o importanti gruppi imprenditoriali.
Si legge nell’ordinanza, “L’architetto Antonino Contorno, nipote di Antonello Cracolici, Giuseppe Iacono, nisseno sponsorizzato da Confindustria, Teresa Salamone, che entrò in Ast tramite Francesco Cascio, Maria Clara Canzoneri, parenti dei costruttori Caltagirone, Giuseppe Montalbano, anche lui entrò tramite Francesco Cascio, Alessandra Marino, vicina al politico Castiglione di Catania”.
Sotto analisi, infatti, il rapporto tra AST, Fiduccia e l’agenzia di selezione del personale, la In.Hr, Agenzia per il lavoro s.r.l., al quale proposito lo stesso Fiduccia ammette che sarebbero vari i soggetti che gli sono stati segnalati “dall’assessorato, dall’Assessorato Regionale alle Infrastrutture ed alla Mobilità“. Ed era Fiduccia, secondo gli inquirenti, che consegnava l’elenco dei nomi segnalati all’agenzia interinale.
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