La vicenda del TSO non attivabile a Messina per la mancanza di responsabilità definite dal sindaco dimissionario Cateno De Luca è paradossale e gravissima. In questo momento c’è un giovane che sta male e che necessità di cure immediate, ma che per difficoltà di natura psichiatrica lo stesso rifiuta, ma che non può essere sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, come prevede la legge in ossequio ai principi legati alla salvaguardia della salute dei cittadini.
L’ospedale Papardo, la Polizia Municipale, la famiglia del giovane sono in attesa di sapere cosa accadrà nelle prossime 48 ore prima che il trattamento obbligatorio richiesto dai medici scada e l’iter dovrà essere rimesso in moto.
La “mancanza” amministrativa è una gravissima svista del sindaco uscente Cateno De Luca e dovuta anche ad una evenienza unica nel suo genere: Messina non ha più né sindaco, né assessori, né direttore generale. Così in un sol colpo, non avendo De Luca incaricato nessuno in sua vece quale referente per l’autorizzazione dei trattamenti sanitari obbligatori, il giovane rimane in attesa.
La procedura corretta sarebbe stata quella di delegare il potere di firma per i TSO al presidente del Consiglio Comunale o ad uno dei presidenti delle Municipalità. Ciò in assenza di un vice sindaco che poteva, invece, rimanere in carica almeno fino alla nomina ed all’arrivo del commissario che dovrà prendere in carico l’attività ordinaria del Comune di Messina che attualmente è rimasto nella totale vacatio di potere. Oltre un brindisi, il cui motivo ancora oggi non è chiaro visto che si trattava di un sindaco ed una giunta che abbandonava Messina, era il caso di prevedere tutte le necessità a cui Messina ed i messinesi andavano incontro, in una città senza guida.
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