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Governo e concessioni balneari. Meloni, FdI, “esproprio a 30 mila imprese già piegate da epidemia, bollette e crisi”

- 16/02/2022
meloni amata

Concessioni balneari, lidi a gara dal 2024. Il Cdm ha dato il via libera all’unanimità oggi a un provvedimento sulle concessioni che, si spiega da palazzo Chigi, “si compone di due parti”. Ovvero “un emendamento al ddl sulla concorrenza già incardinato in Parlamento, con norme applicabili in seguito all’approvazione definitiva, che prevedono che le concessioni attuali, comprese quelle in proroga, continuino a essere efficaci fino al 31 dicembre 2023Dai 1 gennaio 2024 le concessione saranno assegnate tramite gara. Le concessioni assegnate con procedure concorsuali a evidenza pubblica proseguono fino alla naturale scadenza”.

Gli obiettivi della delega, sottolinea palazzo Chigi, sono quelli di “assicurare un utilizzo più sostenibile del demanio marittimo; favorirne la pubblica fruizione; promuovere un maggiore concorrenza sulle concessioni balneari”.

Per quanto riguardi i “principi e criteri dei decreti legislativi” questi vengono così sintetizzati: “Adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate; affidamento delle concessioni nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità, da avviare con bando di gara almeno dodici mesi prima della loro scadenza; favorire la massima partecipazione delle microimprese e piccole imprese, e di enti del terzo settore, con la definizione dei presupposti e dei casi per l’eventuale frazionamento in piccoli lotti delle aree demaniali da affidare in concessione”.

Ed inoltre: “adeguato rapporto tra tariffe proposte e qualità del servizio; migliorare l’accessibilità e la fruibilità del demanio, anche da parte dei soggetti con disabilità; assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema”.

E poi “un disegno di legge che prevede una delega al Governo per l’adozione, entro sei mesi, di uno o più decreti legislativi per semplificare la disciplina sulle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative”.

Per quanto riguarda i “criteri per la scelta del concessionario” ne vengono messi alcuni: “Esperienza tecnica e professionale già acquisita, comunque tale da non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori; soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura, hanno utilizzato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare; previsione di clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato dal concessionario uscente; durata della concessione per un periodo non superiore a quanto strettamente necessario per garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici”.

REAZIONI – GIORGIA MELONI, FRATELLI D’ITALIA

“Oggi (15 feb, ndr) in Consiglio dei ministri si è consumato il primo atto di un esproprio ai danni di trentamila imprese balneari che avrà durissime conseguenze economiche e sociali. È assurdo che con la crisi ucraina, il caro bollette e l’aumento del prezzo di molti generi di prima necessità il governo Draghi individui nelle concessioni balneari la priorità per la Nazione e che, con tesi strampalate, legittimi la demonizzazione di un’intera categoria”, afferma.

“Il provvedimento di oggi non c’entra nulla con l’entità dei canoni, il costo di un lettino o la cementificazione delle coste. È soltanto un vergognoso regalo alle multinazionali straniere, che colpisce migliaia di imprese italiane che hanno investito, molte di loro lo hanno fatto anche recentemente facendo legittimo affidamento sulla proroga al 2033 che è tuttora prevista dalla legge vigente”, dice ancora

“Una delega con paletti così deboli -avverte- non attribuisce alcuna tutela efficace ai concessionari uscenti, che verranno in buona parte spazzati via con le evidenze pubbliche tra pochi mesi. Cosa che non accadrà ai loro colleghi spagnoli o portoghesi che hanno ottenuto dai loro governi non un esproprio ma proroghe lunghissime senza che la Commissione Ue alzasse un dito. A chi dice che il testo cambierà in Parlamento diciamo fin d’ora che Fratelli d’Italia ci proverà con forza, fino all’ultimo minuto disponibile, così come abbiamo provato con forza a far esprimere il Parlamento in queste ore. Noi non tradiamo gli impegni presi”.