“Perché Messina si allaga ad ogni pioggia? Per via della mancata manutenzione periodica dei tombini e pozzetti e delle chilometriche condutture intasate da decenni“. Lo dichiara Renato Coletta, vice presidente della IV^ Municipalità di Messina.
“A causa dei quintali di fogliame accumulati per la mancata potatura degli alberi, continua Coletta, che assieme ai rifiuti che giacciono nelle strade per il mancato spazzamento, alle prime piogge intasano griglie e condutture. Purtroppo i pesanti allagamenti continuano ad affliggere l città, procurando danni ingenti alle attività commerciali, alle abitazioni e locali realizzati nei seminterrati. Per questi danni il Comune ogni anno deve corrispondere i risarcimenti, con ulteriori costi a carico dei cittadini. Mentre i disagi alle attività commerciali ed alla viabilità non si contano”.
“Ma perché la città ogni anno deve subire tutto questo?” Le vere cause sono le brevi e violente precipitazioni o i 7 km del percorso del tram che avrebbero “interrotto” le condutture, così come da sempre sostenuto l’ex sindaco?
“La realtà è che la città si allaga ben oltre il percorso del tram, chiarisce Renato Coletta, ed anche a valle dello stesso. Le concause sono parecchie: prima di tutto il flop clamoroso dell’Amam, che nonostante abbia ricevuto 1 milione e 600 mila euro l’anno per la manutenzione della rete, non ha fatto registrare miglioramenti rispetto alla precedente gestione comunale, per la quale il dirigente destinava 100 mila euro l’anno.
Inoltre, il sabotaggio del decentramento ad opera di De Luca, ha impedito il coinvolgimento delle circoscrizioni (quartieri) nella programmazione degli interventi sul territorio… e risultati si vedono.
Non sono stati previsti gli investimenti necessari a potenziare o riparare la rete di smaltimento delle acque piovane. In più zone danneggiata o peggio, ostruita. Rete che risulta anche obsoleta in più punti. Infatti in molte zone del centro sono presenti impianti “misti”, in cui le acque piovane si riversano in vecchie condutture fognarie realizzate con impasti di cemento e amianto, realizzate negli anni ’20 e quindi danneggiate dal tempo e dagli agenti chimici.
Non è stato previsto un piano di manutenzione periodica e capillare degli impianti presenti nelle zone collinari, dalle quali si riversano fiumi di acqua che riversandosi nella parte pianeggiante della città, producono i danni che ben sappiamo. Inoltre vorremmo ricordare che il flusso di acqua piovana andrebbe intercettato a monte della parte pianeggiante della città, quindi la pulizia di tombini, griglie e caditoie, nonché le condotte, vanno ripulite a monte e non nella zona pianeggiante! E che andrebbero effettuate le prove idrauliche per verificare che l’acqua piovana, una volta pulito il pozzetto, defluisca o meno nella condotta!
Di fatto oggi paghiamo le conseguenze di una gestione superficiale e deficitaria del problema. Ma forse per De Luca le priorità erano altre, tra una diretta Facebook, un’esibizione musicale e un appuntamento elettorale in giro per la Sicilia” conclude Coletta.