Il lungomare di Spadafora: un tratto di spiaggia che mantiene la sua larghezza e distanza dal mare a dispetto di altre zone limitrofe dove invece il sollevamento del suo livello sta portando via grandi porzioni di arenile. Una benedizione per una cittadina tirrenica come Spadafora che potrebbe vivere di mare ben oltre la pesca, grazie al turismo. Ma il fiore all’occhiello, quello almeno che dovrebbe essere tale, il suo lungomare è il simbolo di un degrado che dalla precedente amministrazione fino a quella attuale, con a capo la sindaca Tania Venuto, sembra continuarsi quasi come un’eredità scellerata.
“Il lungomare è una importante risorsa per la comunità di Spadafora e fa davvero male al cuore passeggiarvi notando tutto quanto è sotto gli occhi di tutti” dice Lillo Pistone consigliere comunale a capo dell’opposizione .
“Muretti perimetrali completamente erosi e abbandonati al loro destino, mancanti di copertura, sterpaglie che crescono liberamente sull’arenile in prossimità del marciapiede, copertoni di auto abbandonati sull’arenile, impianti docce che già attenzionammo durante la campagna elettorale che portò all’elezione per pochi voti di differenza della sindaca Venuto, e che oggi sono completamente distrutti. Una distruzione che la Venuto ha purtroppo completato con il disinteresse di questa amministrazione” continua Pistone mentre lo accompagniamo in un sopralluogo lungo il litorale.
LE “PISCINE” DELLA VERGOGNA
A margine del lungomare nella zona centrale della cittadina scorgiamo degli acquitrini melmosi che non fanno certo bella mostra di sé: “Queste sono le ‘piscine’ che mi sono state segnalate con grande sdegno da tanti cittadini” dice Pistone indicando quei laghi melmosi, “sono una vergogna” sbotta. “Anche questi li avevamo segnalati più volte ed anche nella campagna elettorale del 2019, ma ancora oggi sono qui e sono il simbolo del degrado in cui Spadafora continua a sprofondare“.
LA PASSERELLA “GROVIERA”
“Fa male vedere ridotto così il mio paese, dice Pistone a testa alta, è doloroso pensare che questo arenile, vista la sua spaziosità, proprio davanti alla casa Comunale, potrebbe essere molto più di questo abbandono, di questo nulla pieno di sterpaglie. Spadafora potrebbe diventare una perla turistica se solo si pensasse ad averne cura ordinaria. Poi per lo straordinario e per la possibilità di creare qui attrattiva turistica sarebbe necessario programmazione ed una Giunta lungimirante. Ed invece continua quel che abbiamo già denunciato in passato. Il paesaggio è triste e desolato ed il suo degrado è simbolo dell’insipienza e dell’inerzia di questa amministrazione che naviga a vista e nell’emergenza. Tutto questo può e deve cambiare, serve solo buona volontà ed amore per la propria città” conclude Pistone.
Dietro di lui, proprio tra il palazzo Comunale e l’arenile, una passerella di legno in completo abbandono: travi divelte, lampioni distrutti, colonnine che dovevano portare energie elettrica ai pescatori che non sono mai state messe in funzione. Più in là le casette abbandonate che dovevano permettere il cosiddetto “pesce cantato”, la vendita del bene più prezioso, dopo il turismo, di Spadafora. Più in là due impianti pubblici per le docce dei bagnanti che sembrano vittima di un bombardamento. Tutto questo tra le due “piscine” di melma. Sulla terraferma, nella zona del teatro all’aperto, un ironico “Benvenuti a Spadafora”…
