
Si parla di DAD per la scuola. Un sistema di sicurezza in tempi di accelerazione di contagi, come in questo momento, che però il Governo vuole assolutamente evitare per motivazioni psicologiche che hanno il loro fondamento. Ma ciò non può prescindere dai casi in cui la DAD è un presidio alla stregua delle misure di sicurezza, per evitare il contagio da Covid per soggetti estremamente fragili ed a rischio come chi attende un trapianto. Peggio ancora se il trapianto atteso è di polmoni. Il caso lo racconta Gaetano Alessandro, presidente dell’associazione donatori “Donare è vita” in una nota.
“Perché per far valere un diritto bisogna alzare la voce? Basta poco a trovare il modo giusto per
agevolarne il godimento eppure bisogna sempre complicare le cose!
Io Gaetano Alessandro presidente dell’Associazione “Donare è Vita” Onlus di seguito vi racconto un nuovo episodio di ordinaria imperizia, che insieme ai referenti dell’associazione Cittadinanza Attiva ci siamo impegnati a risolvere.
La sig.ra Letizia (nome di fantasia a tutela privacy), vive a Messina e purtroppo è affetta da
insufficienza respiratoria cronica secondaria a interstiziopatia polmonare e ipertensione polmonare gruppo III, per questo motivo necessita di alti flussi di ossigeno per deambulare ed è attualmente in lista di attesa per trapianto polmonare presso l’ISMETT di Palermo. Questa delicatissima condizione, certificata, ci fa ben comprendere come la Sig.ra Letizia debba essere protetta soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria COVID che stiamo vivendo.
Subito prima e durante le festività Natalizie abbiamo assistito ad un BOOM di contagi soprattutto nella nostra città.
La sig.ra Letizia ha due figli che, come tutti gli studenti italiani, dovranno rientrare a scuola in presenza, ma la situazione è oggettivamente ad alto rischio contagi, così la sig.ra Letizia ha contattato le direzioni didattiche dei rispettivi Istituti frequentati dai figli, spiegando la situazione, presentando certificazione e chiedendo di poter mettere in DAD o DID i suoi ragazzi.
Attivare la DDI non è un obbligo, ma la scuola può farlo nell’ambito della propria autonomia;
unica eccezione prevista: se il medico certifica la necessità di un “isolamento sociale” dell’intero
nucleo familiare, solo in quel caso l’attivazione del percorso di DDI (didattica domiciliare
integrata) diventa un OBBLIGO.
Non crediamo proprio, che i “Sig.ri Dirigenti scolastici” siano all’altezza o preparati ad
affrontare una situazione del genere, nonostante la prima ondata che ci aveva trovati impreparati.
L’alunno convivente di un soggetto fragile, per la scuola, è formalmente un alunno come gli altri, anche se non è lui interessato da condizioni cliniche sulla base delle quali attivare particolari diritti o cautele, comunque la scuola ha la responsabilità di proteggere il convivente fragile dell’alunno continuando a garantire il diritto allo studio attraverso forme di DDI.
Ovviamente tutto l’accaduto è stato portato già all’attenzione anche dell’USP e se non si risolverà
bonariamente e in tempi brevissimi saremo al fianco delle Sig.ra Letizia che adirà per vie legali.
festività Natalizie abbiamo assistito ad un BOOM di contagi soprattutto nella nostra città.
La sig.ra Letizia ha due figli che, come tutti gli studenti italiani, dovranno rientrare a scuola in presenza, ma la situazione è oggettivamente ad alto rischio contagi, così la sig.ra Letizia ha contattato le direzioni didattiche dei rispettivi Istituti frequentati dai figli, spiegando la situazione, presentando certificazione e chiedendo di poter mettere in DAD o DID i suoi ragazzi. La risposta di entrambi gli istituti è stata NO.
Attivare la DDI non è un obbligo, ma la scuola può farlo nell’ambito della propria autonomia;
unica eccezione prevista: se il medico certifica la necessità di un “isolamento sociale” dell’intero
nucleo familiare, solo in quel caso l’attivazione del percorso di DDI (didattica domiciliare
integrata) diventa un OBBLIGO.
Non crediamo proprio, che i “Sig.ri Dirigenti scolastici” siano all’altezza o preparati ad
affrontare una situazione del genere, nonostante la prima ondata che ci aveva trovati impreparati.
L’alunno convivente di un soggetto fragile, per la scuola, è formalmente un alunno come gli altri, anche se non è lui interessato da condizioni cliniche sulla base delle quali attivare particolari diritti o cautele, comunque la scuola ha la responsabilità di proteggere il convivente fragile dell’alunno continuando a garantire il diritto allo studio attraverso forme di DDI.
Ovviamente tutto l’accaduto è stato portato già all’attenzione anche dell’USP e se non si risolverà
bonariamente e in tempi brevissimi saremo al fianco delle Sig.ra Letizia che adirà per vie legali”.