MESSINA, 2 gennaio 2022
“Giù le mani dalla Messina Social City! Impediremo con forza qualsiasi tentativo di ritorno al sistema cooperativistico. La reazione dei lavoratori sarà dura”. Lo ha detto Clara Crocè di Fiadel Cisal replicando alla nota diffusa alla stampa da Articolo Uno a firma di Domenico Siracusano.
“Presentata come il superamento del “sistema delle cooperative” – aveva scritto Domenico Siracusano sulla Messina Social City in una nota alla stampa – e come elemento di risparmio per le casse comunali, l’operazione Messina Social City sta anch’essa disvelando la sua vera natura. Sulle questioni relative alla riduzione delle spese, con la Corte dei Conti, attendiamo da De Luca numeri che evidenzino una reale contrazione dei costi, di cui ad oggi non c’è certezza. La gestione mista pubblico-privato in tante parti del Paese rappresenta una risorsa in cui il Comune da gli indirizzi e il mondo della Cooperazione mette in opera politiche, dentro un approccio di collaborazione e cogestione. Di per sé non ha senso quindi stigmatizzarlo se non quando si è di fronte a elementi distorsivi in termini di esecuzione dei servizi o di tutela dei diritti di utenti e lavoratori“.
“Non conosco le ragioni di fondo – ha detto ancora Clara Crocè – che abbiano spinto lo pseudo Segretario dello pseudo partitino Articolo 1 a mettere in dubbio la costituzione dell’Azienda Speciale Messina Social City. La più grande azienda messinese che in atto dà occupazione ad oltre 700 operatori ed assiste migliaia di anziani, bambini, famiglie, insomma la fasce deboli della nostra popolazione. Non vorremmo che il suo intervento fosse spinto da qualche interesse o cordata che Articolo uno farebbe bene a rendere noto”.
“Domenico Siracusano – sottolinea Crocè – non sa di cosa parla e pronuncia frasi sconnesse e prive di contenuto. Ci chiediamo dove fosse lui quando sul bilancio comunale gravavano 22 milioni di euro ed i servizi sociali, nonostante il regolare pagamento delle fatture, gli stipendi non venivano erogati ai lavoratori. In questi anni, infatti, hanno sempre ricevuto meno di quanto previsto dal Ccnl. Pertanto non permetteremo che la politica possa mettere mano sui servizi sociali”.
A tal proposito Domenico Siracusano aveva scritto: “Messina Social City ha di fatto confermato i servizi esistenti con in aggiunta le risorse e gli strumenti legati alla pandemia. Nessuna innovazione significativa rispetto a bisogni sociali emergenti ma soprattutto nessuna chiarezza sul senso di azioni organiche, rischiando di vanificare così le opportunità di tante risorse che stanno arrivando ai comuni sui cui si potrebbero costruire ulteriori risposte. Non basta erogare servizi ma bisognerebbe attuare politiche. È del tutto evidente che prevalga una logica assistenziale che non mira assolutamente a creare le condizioni per il riscatto e l’autodeterminazione dei soggetti vulnerabili ma che tende a governare l’esistente e rafforzare relazioni di aiuto (pensiamo ad Estate Addosso o agli ultimi tirocini legati allo sbaraccamento) con l’unico obiettivo di creare facile consenso”.
Replica, invece, Clara Crocè: “Oggi grazie al Sindaco Cateno De Luca i lavoratori hanno, infatti, finalmente conquistato la dignità ed i propri diritti e non devono tendere la mano nè ai segretari di partiti, nè ai consiglieri Comunali. Internalizzare i servizi, la gestione in house di tutte le funzioni pubbliche dovrebbe essere il mantra anche per un piccolo movimento che si definisce di sinistra. Evidentemente il gli interessi che stanno dietro al sistema cooperativistico bianco o rosso che sia, prevalgono anche sugli ideali della sinistra” ha concluso.
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