E’ di ieri sera la notizia delle minacce incalzanti e di un certo “salto di livello” da parte di alcune chat su Telegram nei confronti di chi la pandemia la combatte a suon di vaccini e di misure responsabili. Ignoti, almeno per il momento, almeno per noi giornalisti, ritenuti troppe volte “terroristi”, i nomi di chi invoca “giustizia” contro un Governo ed una Sanità che si è battuta e si batte contro un nemico invisibile che solo convenzionalmente abbiamo chiamato Covid.
In questa aria pesante da guerriglia mediatica tra chi combatte la pandemia e chi, in molti casi, mette in dubbio addirittura che esista, tra comparsate televisive di dubbio gusto di chi è contrario a prescindere ma che non propone soluzioni, si innesta come un ulteriore bubbone pestifero un mistero di cui la campagna vaccinale messinese, ma neanche quella siciliana, non necessitava.
Il mistero dei manifesti discriminatori attribuiti all’iniziativa del Commissario per l’emergenza Covid di Messina, Alberto Firenze, rischia di rimanere, appunto, un mistero. Chi ha commissionato quei manifesti? Come sono arrivati al Comune, l’unico in provincia di Messina, nel quale sono stati affissi e che hanno suscitato ira ed indignazione? Come è potuta sfuggire all’ufficio commissariale una mina come quella di quella foto di famigliola natalizia così contrastante con la frase dirompente e fuori luogo riportata sotto?
Di certo, dopo la “birra e vaccino” ed il caso delle liste dei non vaccinati, tutto questo non fa bene alla campagna vaccinale in un momento in cui, variante omicron davanti, è necessario che si corra sempre di più verso la protezione estesa ed il rinforzo di quella esistente.
“Misteri” come quelli del manifesto del quale Firenze ha dichiarato ieri di “non saperne nulla” e di non averli mai autorizzati, “ingrassano” solo i dubbi e le incertezze, i movimenti anti vaccino, anti sanità, anti pandemia, anti la ragionevolezza. La chiarezza è pertanto indispensabile, non manifesti e birre, anche perché è proprio ciò che è mancata in fase di avvio del vaccino e che ha ingenerato le resistenze e le paure che ancora oggi sussistono, crescono e vengono anche ospitate in tv.
La chiarezza non si richiede ai no vax, ma proprio a chi il vaccino lo propone.