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Polizia Municipale: quel giorno in cui Ferlisi le “cantò” a De Luca e Musolino. Da Signorelli ad Aiello, il “bullizzato” poi “riabilitato” da De Luca

- 26/11/2021
ferlisi de luca musolino

La crisi della Polizia Municipale ha radici non recenti. Non inizia con Cateno De Luca e con Dafne Musolino, forse neanche con Renato Accorinti ed ancora prima, forse con il Comandante Calogero Ferlisi. Proprio l’ultimo dei comandanti nella storia del Corpo, un uomo tutto d’un pezzo che con i gradi di generale non è mai stato completamente amato dalle amministrazioni comunali, e, come spesso accade, non da tutti i suoi uomini.

Eppure Calogero Ferlisi, proveniente dal ruolo di ufficiale della Marina Militare, è stato l’ultimo ad impartire un’organizzazione appunto militare ad un Corpo che oggi è di fatto allo sbando e senza guida, con numerosi problemi inascoltati ed irrisolti, come ad esempio quello delle dotazioni, dei turni e dell’anzianità dei suoi componenti.

CHI GUIDA IL CORPO?

Ma chi lo guida davvero? Come scrive il collega Sebastiano Caspanello della Gazzetta del Sud, ma come abbiamo scritto anche noi innumerevoli volte la guida “imborghesita” del Corpo è in mano a chi non ha esperienze specifiche e, probabilmente, non accertati titoli per guidarlo. Da Signorelli a Basile, passando per il dirigente Aiello, prossimo alla pensione, quest’ultimo pesantemente redarguito, quasi “bullizzato”, dal Sindaco De Luca in una ormai famosa diretta live del Sindaco che non si doveva e non si poteva fare, è lui oggi la “guida” del Corpo di Polizia Municipale della città più lunga e più trafficata. E’ lui, anzi no, è ancora Basile. Anzi no, è Dafne Musolino. Anzi no, è Cateno De Luca.

E poi c’è il “comandante vicario” Giovanni Giardina che si sforza giornalmente di imprimere la guida che il menù ormai consolidato del Sindaco impone: rifiuti, ambulantato ed ancora rifiuti, ambulantato, ambiente, tutela, passando, quest’estate per un non ben chiarito incaponimento su Torre Faro. Ciò che resta quasi fuori dal coordinato disposto giornaliero è la viabilità ed i controlli anti Covid. Eppure l’operato del commissario Giardina fu esemplare ed instancabile durante il Covid nella sua fase acuta, a riprova che ha molto da dare alla città.

GLI EFFETTI

Gli effetti, oggi, si vedono: dalla movida che l’amministrazione ha scoperto che necessita di un protocollo di intervento condiviso, fino al numero di incidenti stradali, elevatissimo, la cui conta è quotidiana, passando per la quiete pubblica del centro storico con tutto quello che ne consegue.

IL MALCONTENTO E QUEGLI AGENTI SPOSTATI AL RUOLO CIVILE. 80 IN MENO e 46 NEOASSUNTI AI RIFIUTI

La voce degli agenti della Municipale si è riempita di malcontento, dapprima oberati di servizi programmati senza tener conto di due fatti inconfutabili: organico e dotazioni ridotte ed anzianità di servizio elevata. Un malcontento che oggi potrebbe sfociare nello stato di agitazione alla luce di un’operazione più volte denunciata e segnalata anche dalla consigliera Antonella Russo: quella della riduzione al ruolo civile di circa 80 agenti, rei di essere sofferenti di patologie insorte proprio a causa del servizio in strada che non può certo essere equiparato a quello dietro una scrivania. Ritmi di servizio con pistola al seguito da circa due chili, sotto l’acqua spesso, e con minimo rispetto dell’utenza (che per prima deve essere educata da chi gestisce la politica cittadina) che hanno procurato patologie cardiache, fisiche anche gravi con conseguente inabilità al servizio esterno. Ed allora cosa ha pensato di fare l’amministrazione? Ha ritenuto opportuno fare l’ennesima operazione taglio, mettendoli da parte e dopo anni di servizio, spogliarli della divisa e porli in servizio civile. E tutto questo mentre il numero di agenti non basta e dopo che i 46 neoassunti sono di fatto in massima parte transitati al controllo del corretto svolgimento della differenziata. Un procedimento sul quale torneremo presto circa la regolarità dello svolgimento…

QUANDO FERLISI LE “CANTO'” A DE LUCA E SI DIMISE

Insomma un Corpo di Polizia in sofferenza il cui momento topico è stato quello che in molti ricorderanno che si verificò nel marzo del 2019, quando durante un controllo alle bancarelle di Torre Faro Ferlisi si oppose agli ordini del Sindaco De Luca che riteneva non “legittimi”. Un atto tipico di chi, avendo vestito la divisa per tutta la vita, lo ha abituato a valutare la correttezza di un ordine e la necessità di evidenziarne l’eventuale non adeguatezza. Da quel parlottare del Generale Ferlisi con Sindaco ed Assessore ne derivò la sua lettera di dimissioni: “Sono orgoglioso, e lo sarò sempre, di avere diretto all’inizio del mio incarico circa 600 uomini e donne, e, da ultimo, circa 300 che si sono contraddistinti per costante spirito di sacrificio e senso del dovere al servizio della cittadinanza messinese e di questo li ringrazio dal profondo del mio cuore.“. Le ultime parole dell’ultimo comandante del glorioso Corpo di Polizia Municipale, del quale oggi sembra essere rimasto ben poco.