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Medicina, in Sicilia ai dializzati rivoluzionario accesso vascolare senza chirurgia

- 04/11/2021

L’ASP di Ragusa uno dei pochi centri al mondo a non usare più il bisturi con notevoli vantaggi per i pazienti. La tecnica, già sperimentata a Catania, adesso disponibile all’ospedale di Modica. In Italia 50mila dializzati. Gli specialisti: “È una rivoluzione per chi soffre di insufficienza renale cronica”

MODICA (RG) 4 nov – L’accesso vascolare per emodialisi non più tramite chirurgia ma per via endovascolare con un impulso a radiofrequenza al posto del bisturi: l’innovativo metodo eseguito finora in pochi centri al mondo, arriva all’ospedale Maggiore di Modica, nel ragusano. “È una rivoluzione per la dialisi – sottolinea Domenico Patanè, direttore UOC di Diagnostica per Immagini dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, dov’è già stata sperimentata la tecnica – perché trasforma l’atto chirurgico in una procedura minimamente invasiva che migliora la vita dei malati, evitando stress emotivo, fisico e cicatrici”. Un sistema denominato “WavelinQTM 4F EndoAVF” è costituito da 2 cateteri per via percutanea in un vaso venoso e in uno arterioso, vicini e appaiati: “Consente la creazione di una comunicazione tra i vasi (FAV Fistola Artero Venosa) grazie all’energia a radiofrequenza indotta da un opportuno generatore esterno – spiega Walter Morale, direttore UOC di Nefrologia dell’ospedale Maggiore di Modica – i dializzati soffrono di una grave insufficienza renale cronica e sono più esposti a specifiche complicanze: il nuovo strumento realizzato da Becton Dickinson determina benefici come maggiore sopravvivenza della stessa FAV, risparmio di riserve vascolari per il minor tasso di stenosi e trombosi; riduzione di infezioni, disagio, dolore, tempi di recupero”.

Walter Morale

Oltre ad un risparmio economico, dato che la più frequente causa di ricovero per emodializzati (che in Italia sono circa 50mila) è il malfunzionamento della FAV. “Grazie all’esperienza acquisita in questo campo la Radiologia Interventistica di Catania e, adesso, anche di Ragusa – prosegue Patanè – hanno adottato nuovi sistemi di procedure endovascolari come questo che rappresenta un’alternativa sicura ed efficace e la possibilità di accedere a trattamenti all’avanguardia con importanti benefici per i pazienti”.  

Per il direttore generale dell’ASP Ragusa l’adozione di WavelinQTM 4F EndoAVF Angelo Aliquò: “La condivisione del know how nel management sanitario è fondamentale per creare preziosi punti di riferimento. Oggi Catania e Ragusa si possono considerare un’eccellenza nel Meridione in questo specifico ambito”. L’accesso vascolare senza chirurgia è un esempio di stretta collaborazione tra diagnostica e nefrologia: “La persona emodializzato è un paziente complesso e cronico – evidenzia Piero Bonomo, direttore sanitario presidio ospedaliero Maggiore – dunque l’approccio multidisciplinare è fondamentale e deve essere strategico. Noi abbiamo sempre investito nella sinergia tra clinici e oggi siamo orgogliosi di potere offrire questa tecnica rivoluzionaria ai nostri utenti e migliorare la qualità della loro vita. Ci candidiamo anche a formare altri professionisti con l’obiettivo di fare sistema”.