L’ASP di Ragusa uno dei pochi centri al mondo a non usare più il bisturi con notevoli vantaggi per i pazienti. La tecnica, già sperimentata a Catania, adesso disponibile all’ospedale di Modica. In Italia 50mila dializzati. Gli specialisti: “È una rivoluzione per chi soffre di insufficienza renale cronica”
MODICA (RG) 4 nov – L’accesso vascolare per emodialisi non più tramite chirurgia ma per via endovascolare con un impulso a radiofrequenza al posto del bisturi: l’innovativo metodo eseguito finora in pochi centri al mondo, arriva all’ospedale Maggiore di Modica, nel ragusano. “È una rivoluzione per la dialisi – sottolinea Domenico Patanè, direttore UOC di Diagnostica per Immagini dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, dov’è già stata sperimentata la tecnica – perché trasforma l’atto chirurgico in una procedura minimamente invasiva che migliora la vita dei malati, evitando stress emotivo, fisico e cicatrici”. Un sistema denominato “WavelinQTM 4F EndoAVF” è costituito da 2 cateteri per via percutanea in un vaso venoso e in uno arterioso, vicini e appaiati: “Consente la creazione di una comunicazione tra i vasi (FAV Fistola Artero Venosa) grazie all’energia a radiofrequenza indotta da un opportuno generatore esterno – spiega Walter Morale, direttore UOC di Nefrologia dell’ospedale Maggiore di Modica – i dializzati soffrono di una grave insufficienza renale cronica e sono più esposti a specifiche complicanze: il nuovo strumento realizzato da Becton Dickinson determina benefici come maggiore sopravvivenza della stessa FAV, risparmio di riserve vascolari per il minor tasso di stenosi e trombosi; riduzione di infezioni, disagio, dolore, tempi di recupero”.
Oltre ad un risparmio economico, dato che la più frequente causa di ricovero per emodializzati (che in Italia sono circa 50mila) è il malfunzionamento della FAV. “Grazie all’esperienza acquisita in questo campo la Radiologia Interventistica di Catania e, adesso, anche di Ragusa – prosegue Patanè – hanno adottato nuovi sistemi di procedure endovascolari come questo che rappresenta un’alternativa sicura ed efficace e la possibilità di accedere a trattamenti all’avanguardia con importanti benefici per i pazienti”.
Per il direttore generale dell’ASP Ragusa l’adozione di WavelinQTM 4F EndoAVF Angelo Aliquò: “La condivisione del know how nel management sanitario è fondamentale per creare preziosi punti di riferimento. Oggi Catania e Ragusa si possono considerare un’eccellenza nel Meridione in questo specifico ambito”. L’accesso vascolare senza chirurgia è un esempio di stretta collaborazione tra diagnostica e nefrologia: “La persona emodializzato è un paziente complesso e cronico – evidenzia Piero Bonomo, direttore sanitario presidio ospedaliero Maggiore – dunque l’approccio multidisciplinare è fondamentale e deve essere strategico. Noi abbiamo sempre investito nella sinergia tra clinici e oggi siamo orgogliosi di potere offrire questa tecnica rivoluzionaria ai nostri utenti e migliorare la qualità della loro vita. Ci candidiamo anche a formare altri professionisti con l’obiettivo di fare sistema”.