“Con ripetute missive indirizzate al Governo Nazionale, questa Organizzazione Sindacale ha sottolineato come, dal prossimo 15 ottobre, i lavoratori che non intendono sottoporsi al piano vaccinale avranno grosse difficoltà a prenotarsi anzitempo (ogni 48 ore) presso le strutture accreditate per l’esecuzione di tamponi, a causa della forte richiesta di prenotazioni che inevitabilmente si abbatterà sulle strutture preposte a questo servizio, e di fatto molti dipendenti non potranno recarsi sui luoghi di lavoro per svolgere l’attività pur essendone intenzionati“.
Mariano Massaro, segretario nazionale ORSA, scrive al Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, per rappresentare un rischio che secondo lui è oggettivo: “I servizi essenziali sono a rischio a causa del Green Pass e del tampone a carico dei lavoratori“. Il rischio maggiore decorre dal 15 ottobre, data in cui l’obbligo del pass sarà esteso a tutti gli uffici, pubblici e privati.
“Visto l’approssimarsi dell’evento e l’assenza di soluzioni credibili, la Segreteria Generale
dell’OR.S.A. ritiene doveroso segnalare anche ai Prefetti, che nelle città rappresentano il Governo, le criticità cui si potrebbe andare incontro, a far data dal 15 ottobre, con siffatta organizzazione che riteniamo pericolosamente caotica” scrive Massaro.
La situazione a Messina e la sospensione dagli emolumenti
“Come in altre città, anche a Messina, le Istituzioni e le Aziende che garantiscono i Servizi Pubblici Essenziali, ad oggi non hanno dato indicazioni in ordine all’opportunità di eseguire tamponi gratuiti presso le strutture sanitarie preposte, ove fossero presenti nel territorio; misura che porterebbe enormi benefici a quanti, per una scelta insindacabile hanno deciso di non sottoporsi al vaccino nonostante la norma che vieta di presentarsi sul posto di lavoro senza green pass e per la conseguente assenza “giustificata” non verrà loro riconosciuto alcun emolumento. Invero la questione della sospensione degli emolumenti è molto dibattuta e, a nostro parere, presenta gravi difformità nonché palesi profili di illegittimità, in particolare perché tali limitazioni non si ispirano a principi di uguaglianza e non sono disciplinate da norma di rango primario, bensì da un decreto governativo (DPCM). Sono parecchi i Tribunali che in tal senso saranno chiamati a deliberare sulla questione ma in attesa che questi si esprimano in merito, sul territorio si ha l’obbligo di erogare i servizi essenziali garantiti dallo Stato la cui continuità è veramente a rischio anche nel caso di Messina, stante il fatto che un elevato numero di assenze, seppure giustificate, che dovesse verificarsi a causa delle criticità anzi dette, potrebbe causare non pochi disservizi e disagi alle strutture territoriali che erogano i servizi essenziali, soprattutto quelle ove vi è una maggiore carenza di organico”.
IL “CASO” ATM e RETE FERROVIARIA ITALIANA con “significativo numero di non vaccinati per scelta”
“Solo a mero scopo di esempio citiamo i casi di ATM S.p.A. e dell’Esercizio Navigazione di Rete Ferroviaria Italiana ove l’OR.S.A. è fortemente rappresentativa ed ha contezza, seppure approssimativa, di un significativo numero di dipendenti che per libertà costituzionale hanno deciso di non vaccinarsi e per andare a lavorare dovrebbero sottoporsi a tampone ogni 48 ore, a proprie spese.
Orbene, nel malaugurato caso in cui un consistente numero di dipendenti delle citate aziende dovesse decidere liberamente di non presentarsi sul posto di lavoro, anche per la gravosità dei costi necessari per aggiornare periodicamente il green pass; in poco tempo andrebbero in tilt, per carenza di organico, il Trasporto Pubblico Locale e il Traghettamento dei convogli ferrovieri da e per la Sicilia“.
“Per quanto esposto si rinnova l’invito alle Istituzioni preposte a dare corso alla nostra richiesta di istituire dei presidi nel territorio che
consentano l’esecuzione di tamponi rapidi e gratuiti, con relativa certificazione verde, allo scopo di far
prendere regolare servizio a tutti i lavoratori dipendenti non vaccinati, tenendo conto che questi costituiscono
una percentuale non trascurabile della totale forza lavoro“. Così Mariano Massaro conclude nella sua lettera al Prefetto.