Sono appena trascorsi due mesi dalla nomina del Prefetto Cosima Di Stani quale Commisario straordinario per il Risanamento della città di Messina. Un periodo che equivale a quello massimo entro il quale la legge n. 76 del 28 maggio 2021 prevede che debba essere reso noto il piano di interventi per la demolizione nonché la rimozione, lo smaltimento ed il conferimento in discarica dei materiali di risulta delle aree sbaraccate.
Ma di tale piano ancora non si conoscono i dettagli. Nel mentre le aree sottoposte ad assegnazione degli immobili da parte di Arsimé restano abbandonate e, quel che è peggio, si stanno man mano riempiendo di rifiuti diventando vere e proprie bombe ecologiche a rischio sanitario e di incendi dolosi.
A lanciare l’allarme ed a richiedere un Consiglio comunale straordinario è Libero Gioveni che sembra così voler risolvere l’empasse di un silenzio dell’Amministrazione circa, almeno, lo smaltimento dei rifiuti posti all’interno di queste casette abbandonate. Un’azione di pulizia che sembra però bloccata per un cavillo burocratico circa la competenza tra Arismé, responsabile delle aree sbaraccate, e Messina Servizi che non vi può entrare. Ed intanto l’immondizia si accumula così come gli incendi si moltiplicano. L’ultimo in termini di tempo quello di viale Giostra di pochi giorni fa.
“La legge in questione, ai commi 1 e 7 del succitato art. 11 ter, stabilisce espressamente – scrive Gioveni nella sua richiesta di convocazione urgente di un Consiglio Comunale straordinario – che il Commissario, entro 60 giorni dalla sua nomina (termine quindi appena scaduto) provveda a “predisporre un piano di interventi per la demolizione, nonche’ la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, il risanamento, la bonifica e la riqualificazione urbana e ambientale delle aree ove insistono le baraccopoli della citta’ di Messina, anche in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonche’ di assicurare gli investimenti necessari per il ricollocamento abitativo delle persone ivi residenti”.
Per tali finalità e per verificare meglio la necessaria operatività della norma, ad onor del vero, lo scrivente aveva chiesto e ottenuto nelle scorse settimane un’audizione del Presidente di Arisme avv. Marcello Scurria nella relativa Commissione consiliare con delega al Risanamento, al fine di ricevere dallo stesso le necessarie risposte ai programmi futuri di breve, media e lunga scadenza scaturiti dalle prime interlocuzioni avute con la dott.ssa Cosima Di Stani, ricevendo però in quella seduta tenutasi il 28 luglio u.s. soltanto conferme su trasferimento di atti, perimetrazione delle aree, competenze e intese per eventuali collaborazioni, informazioni sul numero dei 7 dipendenti della struttura commissariale di supporto stabiliti dal comma 3, informazioni sulla possibilità di avvalersi di società controllate dello Stato; ma poi nulla più!
Eppure, al netto dei primi soddisfacenti sforzi fatti da Arisme con l’assegnazione di decine di alloggi acquistati sul libero mercato che hanno già dato i primi importanti risultati ancor prima del varo della legge (e Fondo Fucile ne è certamente l’esempio), non è ancora dato sapersi come il Commissario intenda procedere in termini di priorità, metodi e tempisticaper portare a compimento il suo incarico di sbaraccare e risanare i 230.000 mq. censiti e sistemare definitivamente in alloggi dignitosi i 6400 cittadini che vi risiedono, entro i 12 mesi previsti dal comma 1 (o al massimo prorogabili fino al 31 dicembre 2023).
E’ noto a Lei e tutti i colleghi capigruppo a cui la presente è indirizzata per conoscenza, come siano innumerevoli ancora le zone censite da risanare, per alcune delle quali peraltro si parla ancora poco; penso (correndo forse il rischio di dimenticarne qualcuna) a Ritiro zona ex Lavatoio, via Catanoso, Rione Taormina, Fondo Vadalà, via Nunzio Bicchieri, Via La Rocca, Bisconte, Santa Lucia, Bordonaro ecc.), per cui il rischio di questa poca attenzione mediatica per queste zone rispetto ad altre che legittimamente hanno avuto più risonanza per effetto degli interventi eseguiti in questi ultimi 3 anni, spesso scoraggia le famiglie residenti, tanto da far perdere loro la speranza di uscire finalmente dai loro rispettivi tuguri e trasferirsi così in una dimora dignitosa.
Peraltro, la necessità di convocare e audire S.E. Il Prefetto (fatto certamente mai avvenuto credo, a memoria d’uomo, in un’Aula del Consiglio Comunale, ancorché per questi temi) adesso nasce dal nuovo ed importante ruolo che lo stesso ha assunto e che ritengo, per ragioni certamente di opportunità istituzionali e per tutte le ragioni che sopra ho esposto, richieda almeno un passaggio formale in seno al Civico Consesso, organo certamente rappresentativo della città a cui sta certamente a cuore il voler cancellare definitivamente questa autentica “piaga” sociale e sanitaria” scrive Gioveni che chiede, quindi:
“una convocazione straordinaria ed urgente del Consiglio Comunale alla presenza del Commissario Straordinario per il Risanamento, S.E. Il Prefetto della provincia di Messina dott.sa Cosima Di Stani, con il seguente ordine del giorno:
“Risanamento: confronto con il Commissario Straordinario per il perseguimento delle finalità di cui alla Legge n. 76 del 28 maggio 2021 art. 11 ter”.
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